Home » Un sogno tra i fiocchi di neve – In viaggio per Natale
Un sogno tra i fiocchi di neve di Corina Bomann è uno di quei romanzi dei quali non si è in grado di dire basta finchè non si scopre cosa accade alla protagonista. È il racconto di come, nella vita, il destino può fare la sua parte, ma siamo noi, con le scelte che ogni giorno facciamo, ad avere il potere di influenzare gli eventi che ci accadono.
Una storia natalizia un po’ particolare: non c’è una vera e propria storia d’amore, baci e abbracci sotto i fiocchi di neve. No, è una storia d’amore e di comprensione verso se stessi, è il viaggio fisico e metafisico di Anna, che odia con tutto il suo cuore il Natale e si rifugia in luoghi dove i regali, le luci e l’agrifoglio sono assenti.
Ed infatti, non appena conosciamo Anna, le sue intenzioni sono proprio queste: andare lontano, fuggire ancora una volta. Ma l’imprevisto è dietro l’angolo: per far contento il fratellino Anna quest’anno passerà l’odiata ricorrenza con la famiglia. Anna, quindi, prende un treno per Berlino non sapendo che proprio su quel treno si addormenterà per poi svegliarsi in una stazione del Mar Baltico nel ben mezzo di una bufera di neve. Da sola.
A questo punto ad Anna non rimane altro che chiedere un passaggio per arrivare a Berlino. Ma i passaggi saranno diversi e le daranno modo di incontrare persone eccentriche ma con tanto da darle: l’autista di uno spazzaneve, un saggio camionista polacco, tre vecchiette dall’aria misteriosa e… un surfista-psicologo piuttosto attraente. Ognuno con la sua storia, ognuno con un’esperienza da regalare in questa magica notte. Tutte persone che le faranno capire qualcosa di importante e riconducibile alla famiglia, al Natale, alla sua importanza.
Al centro della vicenda, quindi, una donna e la sua riappacificazione con il Natale, con se stessa e con il concetto di famiglia e affetto. Anna ricorda un po’ la figura classica di Ebenezer Scrooge, personaggio principale del racconto Canto di Natale, scritto da Charles Dickens. Non per la cattiveria o la malignità, quanto per il rifiuto e l’esasperazione nei confronti di un’atmosfera gioiosa ed edulcorata. I personaggi secondari, invece, fanno da sfondo e da coscienza della protagonista.
Anna è ironica, intelligente, brillante, ma è una figura ancora in crescita, che ha bisogno di afferrare la vera essenza della famiglia e di superare un trauma profondo legato proprio al Natale. Non riesce a lasciarsi andare tanto negli affetti tanto familiari quanto amorosi, e il fatto che il Natale richieda lo scambio di affetto la manda in crisi… crisi che si trasformano in momenti ironici e spassosi. Ogni persona che l’aiuta a giungere alla meta non è semplicemente un’anima buona che le ha concesso un passaggio ma diviene un’anima buona che le aperto il cuore ed è proprio quello di cui ella è bisogno.
Una storia leggera, che potrebbe essere la storia di molte giovani studentesse fuori sede, che tuttavia invita tra le righe a importanti e autentiche riflessioni sul senso di appartenenza e sul valore dell’affetto interpersonale.
Il romanzo porta alla mente il desiderio di famigliarità, che soprattutto nei periodi di festa si fa sentire forte e chiaro specialmente in coloro che per cause di vario genere si trovano costretti a vivere lontano dalle persone a cui vogliono bene. Giovani studenti oppure, ad esempio, coloro che viaggiano per questioni lavorative che si trovano per lungo tempo lontani dalle famiglie e hanno il grande desiderio di respirare il caldo clima che si diffonde quando ci si ritrova, in inverno, con parenti ed amici dinanzi ad un caminetto acceso.
Un viaggio che conduce a comprendersi meglio, a giustificare e guarire dalla solitudine e a cercare godersi di più il calore di un abbraccio. Un breve racconto che “apre” una riflessione sul senso d’appartenenza e sul bisogno, spesso mal compreso, di circondarsi di affetti e amori incondizionati.
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