Pittoreschi e talmente suggestivi da togliere il fiato, sembrano colori sulla tavolozza di un pittore: sono i borghi più colorati d’Italia, veri e propri capolavori che vi faranno fare un viaggio nel lato meno conosciuto e più insolito del paese.
Nato tra il ‘500 e il ‘600, il Borgo Parrini si trova in quella contrada già così chiamata nelle mappe del catasto borbonico, a segnare la presenza dei Padri Gesuiti del Noviziato di Palermo (in siciliano i Parrini, per l’appunto) che comprarono delle terre in alcuni feudi delle zone a nord est del territorio di Partinico.
Agli inizi del ‘700, per avere maggior controllo sull’attività agricola dei coloni e dei contadini (coltivazione a vigneti e agrumi soprattutto), i Gesuiti fecero costruire una chiesa dedicata a Maria SS. Del Rosario attorno alla quale si sviluppò poi un vero e proprio villaggio, con tanto di magazzini, abitazioni per i coloni, torri e piccoli bagli e mulini.
Dieci anni fa l’imprenditore Giuseppe Gaglio, appassionato d’arte, comprò una delle strutture nel borgo e la trasformò in una vera e propria opera di Gaudì. In seguito, per far fronte all’abbandono che a metà degli anni ’70 del ‘900 ha inevitabilmente colpito il piccolo borgo, i pochi cittadini ormai rimasti seguirono l’esempio di Gaglio ristrutturando alcune vecchie abitazioni ispirandosi allo stile del catalano Antoni Gaudì.
Il tutto per far riemergere l’ospitalità tipica dei siciliani, ridonare colore e vitalità a un pezzo d’Italia che non può essere dimenticato.
A due passi da Venezia, l’isola di Burano nella Laguna Veneta è conosciuta per i merletti, per essere dimora di tanti artisti e per le sue abitazioni colorate che si riflettono nelle acque colorate dando vita a dei giochi di colore a dir poco magnifici.
Le prime abitazioni delle isole erano fatte di palafitte, con le pareti perimetrali costituite di canne intrecciate e successivamente intonacate con fango. Erano costruzioni molto leggere composte da un solo vano, perché il terreno era molle. Il pavimento era in terra battuta e i letti erano fatti di foglie secche. Successivamente questi “casoni” vennero sostituiti da costruzioni in mattoni e alcuni dei restanti furono utilizzati per le attività di pesca e caccia.
I colori delle case, che oggi sono diventati la caratteristica principale dell’isola, una volta servivano a delimitare le proprietà. Esiste tuttavia una “leggenda” legata al carattere variopinto dell’isola, la quale narra che erano i pescatori a dipingere la propria casa, al fine di riconoscerla da lontano durante i lunghi periodi di assenza dovuti alla pesca.
Non è certo un caso se Burano è stata più volte scelta tra le 10 località più colorate al mondo: impossibile non rimanere incantati.
Procida è la più piccola delle tre isole del Golfo di Napoli, la più nascosta e segreta, fuori dai classici itinerari turistici di chi generalmente preferisce Capri o Ischia. L’isola di Procida è un susseguirsi di case colorate che si specchiano sul mare nei suoi 4 chilometri di estensione, all’ombra della vicinissima Ischia e del monte Epomeo, che non scompare mai alla vista da qualsiasi angolo ci si trovi sull’isola. Procida si scopre camminando a piedi, in motorino o utilizzando le tante biciclette elettriche e sostando nei suoi suggestivi punti panoramici.
Fa parte delle isole Flegree con Vivara, a cui è collegata da un ponte, Ischia e Nisida; le sue nove antiche contrade ospitano abitazioni dalle facciate coloratissime, in particolare nel borgo di Marina Corricella che con il suo anfiteatro di case tinteggiate offre lo spettacolo policromo più bello del golfo di Napoli. E’ un tratto di mare suggestivo, usato spesso come location per la pubblicità e per il cinema: Massimo Troisi e Michael Radford lo scelsero per girarvi le scene de Il Postino; così come Anthony Minghella vi ambientò la pellicola Il talento di Mr Ripley con Matt Damon.
Procida è candidata a capitale italiana della cultura 2022.
Abbarbicato sulla roccia e affacciato sul mar Tirreno, Manarola è dei più piccoli borghi delle Cinque Terre. Un piccolo scrigno che dovete assolutamente visitare.
Le sue abitazioni rifulgono alla luce del sole, con le loro mille nuance brillanti che fanno assomigliare il paesino ad un dipinto di rara bellezza. E dal costone roccioso che si sporge sul mare, si riflettono nelle acque turchesi della Riviera di Levante.
Manarola, sorge nella valle del torrente Groppo, corso d’acqua interrato nel suo tratto finale. Sotterrato progressivamente dal 1950 al 1978, fino a quel momento, il torrente attraversava il borgo al posto di Via Discovolo, oggi la strada principale, sormontato da ponticelli in pietra che univano le due parti del borgo. Tra le architetture militari è presente il castello, il quale fu eretto per provvedere alla salvaguardia del borgo contro le incursioni dei pirati saraceni. Intorno a esso successivamente si sviluppò il nucleo centrale del paese.
Restiamo in Liguria e ci spostiamo nella parte occidentale del Golfo del Tigullio, dove c’è un paesino famoso in tutto il mondo, Portofino: tipico borgo marinaro molto conosciuto per le sue spiagge deliziose lambite da acque cristalline. Questa splendida località balneare, immersa in un’atmosfera antica, fatta di tradizioni marinare è stata ed è tuttora amatissima da artisti, personaggi famosi e scrittori che ne hanno decantato le lodi.
La piazzetta, punto di ritrovo del jet set internazionale è il simbolo di Portofino, mentre il porticciolo con le caratteristiche abitazioni dai colori vivaci è lì a testimoniare la grande tradizione marittima di questo borgo, i cui abitanti erano chiamati da greci e romani “delfini”, per l’abilità nella navigazione.
Le sue spiagge, in particolare quelle concentrate lungo il versante orientale del promontorio, fanno parte di un’area marina protetta. Il borgo si trova in posizione privilegiata davanti al mare e protetto da una baia verdeggiante che forma un porticciolo naturale di indimenticabile bellezza. Il modo migliore per apprezzare le meraviglie del parco è quello di percorrere in sicurezza i suoi sentieri più caratteristici ed affascinanti, tutti adeguatamente segnalati. Attraversandone la fitta rete di oltre 60 km, è possibile scoprire la ricchezza e la varietà degli ambienti naturali, dei panorami e dei complessi monumenti del promontorio.
Stretto tra mare e monti, Riomaggiore è il borgo più orientale delle Cinque Terre, caratterizzato da casette colorate addossate le une sulle altre che sembrano sfiorare il cielo.
Le prime notizie sul territorio di Riomaggiore, il primo borgo delle Cinque Terre dalla parte di La Spezia, risalgono al 1239 quando i popoli del distretto di Carpena giurarono fedeltà alla Compagnia genovese. I piccoli insediamenti sparsi di mezza costa: Casen, Cacinagora, Saricò e Lemen decisero di confluire alla foce del rio dando vita nel 1251 al borgo marinaro di Riomaggiore. La parte alta del centro storico ospita la Chiesa di San Giovanni Battista, edificata nel 1340.
Il paesaggio, che si sviluppa in verticale con una tipica struttura a gradoni, è caratterizzato da schiere di case medievali, tinteggiate con i tipici colori liguri e fondate sugli archi dei vecchi magazzini per il vino, si arrampicano fino al castello rendendo la marina uno spettacolo visivo unico. Il limpido mare della Riserva Marina è adatto a escursioni subacquee.
Tra Riomaggiore e Manarola si estende la Via dell’Amore, un percorso ideale per passeggiate romantiche, inciso e scavato nella roccia, a picco sul mare: finestra naturale per godere di tramonti e cieli stellati indimenticabili.
La costa occidentale della Sardegna, in un delizioso affaccio sul mare a metà strada circa tra Oristano e Alghero, presenta una delle sue perle più belle: il borgo di Bosa. Dominato dall’affascinante castello dei Malaspina, il paesino spicca senza alcun dubbio per le sue case variopinte, che si abbarbicano dalle pendici del colle di Serravalle, dominato dal castello dei Malaspina, risalente al XII secolo. Il castello è raggiungibile a piedi e, dall’alto, si può ammirare il panorama di tutta la cittadina.
Il poetico Lungotemo con il Ponte Vecchio che cavalca il Temo, unico fiume navigabile in Sardegna, accompagna le passeggiate dei turisti alla scoperta delle antiche concerie, che ricordano le radici di un centro famosissimo in Italia da metà 1800 a inizio 1900 per le produzioni di pellame d’alta qualità. A testimoniarlo anche il museo delle Conce.
Bosa è il centro principale della regione storica della Planargia, luogo di tradizione artigianale ed enogastronomica, che ti accoglie con un calice di pregiata malvasia, uno dei vini dolci sardi più amati, e ti mostra le sue eccellenze: gioielli di corallo, cesti di asfodelo, tessuti, tra cui il filet, nato dall’antico sapere femminile e, non ultimo, il pescato. Un’altra tradizione contraddistingue il borgo: il Karrasegare osincu. Il Carnevale di Bosa è uno dei più caratteristici e popolati della Sardegna, unisce il fascino delle maschere tradizionali all’allegoria dei carnevali moderni.
Stradine, scalinate e tetti maiolicati vanno a definire i contorni di Positano, l’incantevole città a picco sul mare della Costiera Amalfitana. Decine di casette colorate affacciate su viuzze strette si arrampicano sulla roccia, offrendo una meravigliosa vista sul mare. Ed è proprio dal mare che vi consigliamo di ammirare il panorama: il borgo si schiude così in tutta la sua bellezza, in un’entusiasmante varietà di sfumature che vi lascerà senza fiato.
Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO dal 1997 è un luogo di villeggiatura fin dai tempi dell’Impero Romano ed è caratterizzato da tante scalinate che dall’alto del borgo giungono in basso fino a raggiungere la spiaggia. Sul litorale di Positano sorgevano splendide ville durante il periodo romano, come testimonia la domus romana, molto simile a quelle di Pompei, ritrovata sotto la chiesa dell’Assunta e da poco riportata alla luce e aperta al pubblico.
Rocce a picco sul mare, insenature nascoste, spiagge dalla bellezza irresistibile e contaminazioni tra mare e montagna, rendono il panorama di Positano meraviglioso. Un luogo seducente come le sirene che secondo il mito vivevano sugli scogli de Li Galli, le piccole isole che si trovano di fronte Positano.
Nel nord della Sardegna al centro del Golfo dell’Asinara sulla Costa Paradiso, Castelsardo è un delizioso borgo colorato che vale la pena visitare.
Castelsardo è uno dei borghi più belli della Sardegna. La posizione strategica lo ha reso un posto ambito ed abitato sin dagli albori della civiltà. Lo abitarono i Romani e ancora prima popolazioni nuragiche. Nel 1100 i Doria costruirono il borgo medioevale per proteggere le rotte commerciali in direzione di Genova e lo chiamarono Castel Genovese. Il nucleo originario di Castelsardo fu costruito attorno al castello dei Doria, risalente, secondo tradizione, al 1102, ma più verosimilmente a fine XIII secolo, attuale sede del suggestivo museo dell’Intreccio mediterraneo, uno dei più visitati della Sardegna. Sotto la dinastia sabauda, il paese assunse il nome attuale.
Oggi fa parte dell’esclusivo Club dei borghi più belli d’Italia e mantiene intatta la nobile posa di signoria fortificata, grazie ai bastioni e ripide scale.
Dozza, uno dei cento Borghi più Belli d’Italia, è il borgo dei murales per eccellenza.
A Dozza, l’arte si fa paesaggio urbano ed arreda i muri delle case, le strade e le piazze, inondando di luce e stili diversi ogni angolo ed aprendosi a squarci di colori improvvisi. Si tratta di un vero e proprio museo a cielo aperto, in cui si possono ammirare oltre un centinaio di opere realizzate da nomi prestigiosi dell’arte contemporanea. Ogni angolo riserverà delle sorprese.
Il suo centro storico, dalla caratteristica forma a fuso, conserva intatto l’originale tessuto edilizio di stampo medioevale, e la possente Rocca Sforzesca, posta all’apice del paese si armonizza perfettamente con il resto dell’abitato, che segue il tracciato delle antiche mura. All’interno della Rocca sono conservati gli affreschi e i bozzetti delle opere su muro esposti nel Centro Studi e Documentazione del Muro Dipinto.
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