Per gli amanti dei felini quello di camminare per le strade di una città e poter incontrare tantissimi gatti è un sogno ad occhi aperti, un’esperienza da non perdere.
Oggi per la Festa del Gatto vi elenchiamo le 5 città dei gatti più famose del mondo… e una si trova in Italia!
Nel distretto dell’Ehime, nel Giappone meridionale, si trova un’isola, Aoshima, il cui numero di felini è da record: se ne contano sei per ogni abitante!
I gatti sono stati introdotti sull’isola nel 1945 per sterminare una colonia di topi, che infestava il villaggio di pescatori e ora questa piccolissima isola (solo 1,6 km) del Giappone conta più di 120 gatti che girano liberi padroni delle strade. Gli abitanti sono appena una ventina, tutti pescatori e pensionati che passano la maggior parte del loro tempo in compagnia dei gatti! Per visitare l’isola si può prendere un traghetto che parte dalla città di Ozu e che raggiunge l’isola in un’ora di navigazione circa.
Ma Aoshima non è l’unica isola con queste caratteristiche: nel Giappone orientale c’è anche Tashirojima, nel distretto di Miyagi. Qui i gatti furono introdotti per salvaguardare la produzione di bachi da seta, minacciata dalla presenza di topi. Proprio questa isola è considerata la vera Cat Island, per la quale artisti manga hanno realizzato opere d’arte dedicate ai felini. Qui, infatti, il numero dei felini è molto più alto, in ordine di centinaia!
I gatti in entrambe le isole sono protetti perché in Giappone sono considerati portafortuna. Si narra che un giorno un pescatore stava raccogliendo delle pietre da utilizzare per le sue reti, quando un masso è rotolato accidentalmente e ha ucciso uno dei gatti. Il profondo rispetto che il pescatore nutriva per questi animali lo ha portato a seppellire quel corpicino esanime e a creare un santuario in ricordo dello sfortunato felino e per proteggere gli altri. Oggi nell’isola si contano almeno 10 santuari simili, oltre a 51 statue raffiguranti felini e molti edifici a forma di gatto, con tanto di “orecchie”. I gatti, dal canto loro, sono talmente abituati al contatto con gli uomini, che seguono sempre i turisti, accompagnandoli mentre visitano l’isola.
I nativi di Istanbul hanno sempre amato gli animali. Si preoccupano di nutrirli e di preservarne la salute e il benessere. Questo è stato uno dei motivi per cui sempre più gatti sono arrivati in città. Poiché qui venivano nutriti, tutti i felini si fermavano nella città dei gatti… senza contare tutti i felini nati ad Istanbul!
L’amore per i gatti della popolazione turca si narra abbia origini molto antiche. Fin dall’epoca ottomana si potevano vedere negli edifici porte per gatti o casette per gli uccelli. Si attribuisce inoltre questo fatto all’amore verso i gatti di Maometto, profeta dell’Islam, che aveva una gatta di nome Muezza, la sua ombra, tanto che una volta riuscì a salvarlo dall’imminente morso velenoso di un serpente, ecco perché il gatto in seguito a questo episodio incominciò a essere visto quasi come una sorta di animale sacro.
Così i gatti per le strade di Istanbul sono diventati parte integrante della città, come i monumenti, le strade e i semafori. Ma per i turisti sono una visione eccezionale: il loro numero infatti ammonta a circa 150.000!
Ad Istanbul, i gatti sono una vera e propria istituzione: il Governo si prende cura di loro, creando rifugi specifici e strutture per nutrirli e curarli. Vengono fatti entrare ovunque, nelle vetrine dei negozi, nei bar, nei musei. Esiste perfino un account Instagram con le loro foto!
La città di Kotor si trova proprio all’estremità delle bocche di Cattaro (nome in italiano di Kotor). Data la posizione geografica del Montenegro, questo luogo è stato passaggio di molti popoli e centro di scambi commerciali. La città conserva i segni di questi passaggi di culture differenti, ed è una delle città più ricche di monumenti e meglio conservate di questo Paese.
Ma oltre a questo, c’è una cosa che colpisce subito il turista di passaggio: l’incredibile numero di gatti!
Il perché di una presenza così notevole di felini in questa città, non è del tutto chiara. La teoria più accreditata è quella che sostiene che, essendo da sempre Kotar una città marittima commercialmente molto attiva, dalle numerose navi provenienti da tutto il mondo che attraccavano al porto, siano “sbarcati” assieme alle merci anche tantissimi gatti. L’accoglienza degli abitanti unita alla prolificità dei gatti e il passare del tempo ha fatto tutto il resto.
Oltre ai gatti che sbucano da ogni angolo potete trovare negozi di souvenir con gadget sui gatti e un museo dedicato!
Il Museo è nato in seguito ad una donazione, da parte della contessa Francesca di Montereale Mantica che consisteva in una raccolta di immagini d’epoca. Questa raccolta, insieme alle altre in possesso al Centro Internazionale Adozione Gatti “Badoer” di Venezia è diventata sempre più numerosa ed interessante e negli ultimi 10 anni si è arricchito sia con ulteriori donazioni che con mirati acquisti. Il ricavato del biglietto, pari ad 1€ viene devoluto al mantenimento della struttura e dei molti gatti randagi presenti nella città.
Situato nel distretto taiwanese di Rueifang, reso fiorente ai tempi del colonialismo giapponese grazie alla costruzione della linea ferroviaria di Yilan, il villaggio di Houtong rappresentava fino agli anni settanta uno dei principali centri minerari per l’estrazione del carbone. Tuttavia, a partire dal 1990 l’industria carbonifera di Houtong cominciò a entrare in crisi e gli abitanti del posto presero a emigrare in massa: soltanto un centinaio restarono ad assistere al declino della propria città, un declino che sarebbe durato decenni, favorendo il randagismo in particolar modo felino.
La svolta arrivò inaspettatamente soltanto intorno al 2008, quando un amante di gatti mise su una squadra di volontari che predisponesse al meglio tutto il necessario alla vita di questi gatti abbandonati: fatte circolare sul web le immagini dell’intervento animalista, numerosi altri appassionati di gatti iniziarono a frequentare il posto per scattare fotografie alle centinaia di felini che vi vivevano.
Gli abitanti del villaggio, per incentivare l’afflusso di visitatori, hanno iniziato ad aprire negozi di souvenir e pasticcerie dove vengono serviti dolci all’ananas a forma di gatto: persino il ponte pedonale che conduce dalla stazione ferroviaria alla città attraverso le colline è stato recentemente abbellito con una mise tutta felina, con tanto di orecchie a punta da un lato e coda dall’altro. Qui, è stata appositamente costruita anche una piccola sopraelevata per i gatti della città, che possono così andare ad accogliere i turisti direttamente all’arrivo alla stazione, la cui fermata è distintamente riconoscibile dall’enorme statua dalle fattezze di una testa felina che dà il benvenuto presso il Villaggio dei gatti. Negozi a tema, caffè, panetterie, decorazioni, ma non solo: gli abitanti di Houtong si prendono cura personalmente dei loro amici a quattro zampe, autori di un autentico miracolo, dandogli da mangiare e assicurando loro controlli medici.
Seborga è una piccola città medioevale della collina ligure a pochi chilometri dal confine francese. È un luogo tranquillissimo, meta turistica, ma mai super affollata e di gatti anche qui se ne trovano parecchi. Gli abitanti sono 320 su per giù e i gatti molti… molti di più!
Eppure se si chiede a un abitante del posto come mai ci siano cosi tanti gatti in giro, con molta probabilità la risposta che ne conseguirà sarà: “tanti gatti? non ci siamo mai accorti che ci siano cosi tanti gatti!”, perché per la gente del luogo è tutto normale cosi e che si ricordino non è mai stato diverso da cosi!
Non è stato quindi intenzionale, semplicemente questi animali adorano Seborga e i suoi cittadini, così tanto da non voler cambiare posto per nessun motivo al mondo.
Nel 2018 è nata l’idea di creare un vero e proprio villaggio a misura di gatto, con mini-casette in legno per accogliere i felini randagi e distributori di crocchette per contribuire a dar loro da mangiare. La prima casetta, donata dalla signora Lilian Tadini, è già arrivata: misura 1,20 x 1,20 metri e può ospitare fino a sette mici. Il sogno delle volontarie è poterne acquistare ancora, magari con l’aiuto del Comune oltre che con il contributo di chi ama gli animali, in modo che tutti i circa 40 gatti di Seborga possano trovare un riparo sicuro.
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