Parco Naturale Regionale delle Madonie: un vero paradiso all’aperto, perfetto per chi ama viaggiare nella calma della natura
Vasto complessivamente 39.679 ettari di terreno, il Parco naturale regionale delle Madonie si estende su di un’ampia area della provincia di Palermo. È una sorta di quadrilatero che ha per vertici gli abitati di Campofelice di Roccella a nordovest, di Finale di Pollina a nord-est, di Petralia Soprana a sud-est, di Sclafani Bagni a sud-ovest e per confini il Mar Tirreno a nord, la Valle del Fiume Pollina a est, l’altopiano gessoso-solfifero a sud, la Valle dell’Imera settentrionale a ovest.
Comprende in totale ben quindici comuni della città metropolitana di Palermo ed è stato istituito il 9 novembre del 1989. Il sito è stato inserito nella lista dei Geoparchi mondiali UNESCO il 17 novembre 2015, nel corso della 38ª Sessione Plenaria della Conferenza Generale dell’Unesco svoltasi a Parigi.
La natura nel Parco
La vetta più elevata del massiccio montuoso delle Madonie è Pizzo Carbonara (1979 m), la seconda montagna più alta della Sicilia dopo l’Etna. Il parco regionale comprende aziende agricole, città arroccate e località sciistiche, in cui spicca Rifugio Merlino: le Madonie brillano in uno dei suoi punti più panoramici.
Qui le stagioni sono ben distinte: in primavera le pendici montuose si ammantano di spettacolari distese di fiori selvatici. L’autunno porta con sé i funghi selvatici e i colori intensi del fogliame del bosco. Con l’arrivo dell’inverno, invece, si apre la stagione sciistica sulle piste. Mentre nei mesi estivi da giugno ad agosto, infine, offrono una gradevolissima frescura e un rifugio dall’atmosfera caotica della costa.
La flora è la protagonista del territorio del Parco. Questo paradiso botanico ospita oltre la metà delle 2.600 specie presenti in Sicilia e circa 150 dei 200 endemismi. Il più rappresentativo è l’“Abies Nebrodensis” con 29 esemplari. La fauna è caratterizzata dal 65% degli uccelli nidificatori e da tutti i mammiferi presenti in Sicilia. Molto significativi sono anche gli aspetti geologici e paesaggistici. Da vari punti è possibile osservare straordinari paesaggi tra cui l’Etna, i Nebrodi e le isole Eolie, che le albe e i tramonti tingono di splendidi colori dandogli un aspetto quasi irreale.
Essendo un’area abitata e non solo una riserva naturale, è possibile alternare le escursioni a piedi alle visite delle cittadine storiche tra i monti e alle soste in alcuni tra i migliori ristoranti dell’isola.

Castelbuono
Cosa fare a Castelbuono
Castelbuono è il centro più importante delle Madonie e si trova in una posizione davvero incantevole, tra antichi boschi di castagni e frassini da manna. La cittadina deve gran parte dei suoi edifici e della sua atmosfera ai Ventimiglia, una potente famiglia aristocratica che governò Castelbuono dal XIV al XVI secolo.
Il Castello dei Ventimiglia, in origine noto come Castello del Buon Aere, è l’immensa fortezza che domina l’agglomerato dorato di case di Castelbuono ha dato il nome alla città ed è la struttura che la caratterizza maggiormente. Fatta costruire da Francesco I Ventimiglia nel 1316, ospita esposizioni sull’archeologia e la storia locale.
Una leggenda popolare narra che il primo martedì di ogni mese, puntualmente, lo spirito della regina Costanza Chiaramonte, vissuta nel XIV secolo, si aggiri per i corridoi del castello. Nel cuore dell’edificio, custodito in un’urna d’argento, c’è però il presunto teschio di un’altra donna, sant’Anna, la cui cappella risale al 1683 ed è decorata con straordinari stucchi della scuola di Giacomo Serpotta, rinomato scultore siciliano.
Se vi rimane del tempo visitate anche il Museo Naturalistico Francesco Minà Palumbo, dedicato al naturalista Francesco Minà Palumbo (1814-99). Si tratta di un modesto museo che si trova nell’ex convento di Santa Venera e ospita una collezione di manufatti che illustra in modo esaustivo la botanica, la storia naturale, i minerali e l’archeologia delle Madonie.

Petralia Soprana
Cosa fare a Petralia Soprana
Su una collina orlata da una pineta troviamo invece Petralia Soprana, una delle cittadine meglio conservate della Sicilia centro-settentrionale. Con le sue case di pietra grezza e i balconi in ferro battuto pieni di gerani, è anche il comune ad altitudine più elevata nella regione delle Madonie. Per i turisti non c’è molto da fare, ma passeggiare per gli stretti vicoli acciottolati e ammirare la vista a 360° dal belvedere della città varrà comunque la pena. Alcune chiese degne di nota sono:
Chiesa dei Santi Pietro e Paolo: il duomo, in Piazza del Popolo, nei pressi di Piazza dei Quattro Cannoli, fu consacrato nel 1497 e presenta un elegante porticato del Settecento e un campanile quattrocentesco. È dedicato ai santi Pietro e Paolo.
Chiesa di Santa Maria di Loreto, tra le numerose chiese di Petralia Soprana, è senz’altro la più bella. La settecentesca Chiesa di Santa Maria di Loreto si trova in fondo a Via Loreto, nei pressi della piazza principale. All’interno si possono ammirare una pala d’altare di Gagini e una Madonna di Giacomo Mancini. A destra della chiesa, un arco dà accesso all’U Castru belvedere, da cui la vista spazia su tutta la vallata e, nelle giornate terse, fino all’Etna.

Petralia Sottana
Cosa fare a Petralia Sottana
Sotto Petralia Soprana, la cittadina di Petralia Sottana è la porta di accesso al parco regionale e ospita la sede dell’Ente Parco delle Madonie. L’ufficio, collocato nell’atrio del Museo Civico Antonio Collisani, fornisce cartine e informazioni sugli itinerari escursionisti nelle Madonie, oltre a opuscoli e informazioni sulla stessa Petralia Sottana. Vale la pena di visitare la città anche per ammirarne le numerose e pittoresche torri e chiese di pietra.
Petralia Sottana gravita intorno alla sua strada principale, Corso Paolo Agliata, frequentata via dello shopping di giorno e teatro di un’affollatissima passeggiata nelle prime ore della sera. Al pari di Petralia Soprana, la cittadina sfoggia diverse chiese degne di nota, tra cui la barocca Chiesa di San Francesco sul corso e la secentesca Chiesa Madre in Piazza Umberto, alla fine del corso, il cui campanile è il principale punto di riferimento in città. Lungo la strada che porta a Petralia Soprana si erge la Chiesa di Santissima Trinità alla Badia, che custodisce una pregevole pala d’altare di marmo opera di Giandomenico Gagini.
Da visitare anche il piccolo e interessante Museo Civico Antonio Collisani. Dedicato all’archeologia e alla geologia delle Madonie custodisce una ricchissima collezione di fossili ritrovati nella zona e merita una breve visita.

Cosa fare a Piano Battaglia
La piccola località sciistica di Piano Battaglia è costellata di chalet che d’inverno accolgono i sempre più numerosi sciatori siciliani. Il complesso sciistico del Mufara (versante settentrionale) raggiunge i 1840 m e offre 3,5 km di piste, mentre il Mufaretta (versante sud-occidentale) raggiunge i 1680 m, con una pista lunga circa 500 m. Due skilift, rinnovati nel 2015, portano gli sciatori sulla cima. Qui si possono praticare anche lo sci di fondo e lo snowboard.
Piano Battaglia è una meta interessante anche in primavera, quando offre eccellenti possibilità di praticare escursioni a piedi e in mountain bike lungo i numerosi sentieri segnati che si snodano in campi pieni di fiori selvatici. Un itinerario molto amato dagli escursionisti parte dal Rifugio Merlino a Piano Battaglia e si dirige verso nord-nord-ovest toccando il Pizzo Scalonazzo (1903 m) e il Pizzo Carbonara (altresì conosciuto come Rifugio Carbonara Scalonazzo), per terminare in un querceto a Piano Sempria Madonie (1300 m).

Collesano
Cosa fare a Collesano
La parte più alta di questa incantevole cittadina medievale è dominata dalla mole bianca e rosa della Basilica di San Pietro su Corso Vittorio Emanuele e dalle rovine danneggiate dal tempo di un castello normanno poco lontano. Come Castelbuono, Collesano un tempo era governata dai Ventimiglia e infatti conserva un’aria aristocratica.
Tra le diverse chiese che meritano una visita figurano il Duomo quattrocentesco decorato con affreschi (anche noto come Santa Maria la Nuova), la Chiesa di Santa Maria la Vecchia del XII secolo, la secentesca Chiesa di Santa Maria del Gesù e la Chiesa di San Giacomo, del Cinquecento.
Merita una menzione, e sicuramente una visita, il Museo Targa Florio. Unico nel suo genere, questo piccolo museo espone fotografie e cimeli legati alla Targa Florio, una delle più antiche corse automobilistiche al mondo. Istituita nel 1906 da Vincenzo Florio, facoltoso appassionato di automobili, la gara di 72 km lungo le insidiose stradine delle Madonie presentava un altissimo grado di difficoltà, con tornanti che mettevano a dura prova sia l’abilità del pilota sia le caratteristiche tecniche delle vetture. La gara fu interrotta nel 1977 perché considerata eccessivamente pericolosa.