Home » Borobudur: il tempio buddhista più grande al mondo
Yogyakarta, capitale culturale di Java, possiede di per sé un ricco patrimonio storico. Infatti, solo pochi luoghi veramente speciali riescono a spingere i turisti a uscire dalla città per visitare la campagna. Borobudur, che si staglia sopra la distesa delle risaie come una montagna creata dall’uomo, è uno di questi.
Borobudur è il più grande tempio buddista d’Indonesia e, non a caso, patrimonio dell’UNESCO dal 1970. Si tratta di una delle opere colossali dell’antichità.
La costruzione di questo immenso tempio (2.500 metri quadrati) risale all’ 800 d.c. quando regnava la dinastia Sailendra. L’intento era quello di creare un luogo che unisse culture differenti, soprattutto induista e buddhista. Infatti, l’architetto che seguì il progetto fu affiancato da monaci buddhisti provenienti da tutto il mondo. In questo modo, furono attribuite al tempio influenze indiane, persiane, e babilonesi. I lavori durarono 75 anni e ci vollero fino a 10.000 operai per portare a termine l’opera.
A causa delle guerre e delle continue minacce del vulcano vicino, Borobudur fu abbandonato nel IX secolo, poco dopo essere stato eretto. Col tempo, a seguito di terremoti, uragani e le eruzioni del Merapi, finì per venire sommerso dai detriti e dalla vegetazione, e di conseguenza dimenticato. Il risultato fu che tra le generazioni successive, cominciò a dilagare l’idea che la storia di Borobudur fosse semplicemente una leggenda e che il tempio, in realtà, non fosse mai esistito.
Nel corso del XIX secolo, fu riscoperto con la conquista di Giava da parte degli inglesi. Sir Raffles, da sempre affascinato dalla storia locale e convinto fermamente sull’esistenza del sito, incaricò l’esploratore Cornelis di ritrovare Borobudur e di iniziare i lavori di ripristino. Dopo diversi mesi e circa 200 uomini , il tempio venne alla luce in tutto il suo splendore e, nel 1907, iniziò il programma di restauro che gli garantì nuova vita.
Grazie alla continua manutenzione e all’intervento dell’UNESCO del 1970 che finanziò un enorme restauro con l’appoggio di ben 27 paesi, oggi Borobudur è inserito nella lista dei siti patrimoni dell’umanità dal 1991.
Questo tempio di roccia lavica grigia riflette i vulcani che si ergono su tutti i lati. Ma, mentre salirete da un livello all’altro, il vostro sguardo non sarà attratto dal panorama, bensì dai bassorilievi che decorano le pareti. Questi, sono più di 1.400 e ricreano scene della vita del Buddha e vivide illustrazioni della legge di causa ed effetto.
L’intero cammino tra le terrazze del tempio, che simboleggia appunto l’ascesi dal mondo dei desideri a quello spirituale, è contraddistinto dalla presenza costante e ripetuta di nicchie contenenti statue di Buddha e ogni Buddha è diverso dagli altri.
Sull’ultima terrazza, la cupola principale si erge come un fiore di loto pietrificato circondato da stupa. Alcuni di questi, privi della parte superiore, mostrano le statue del Buddha al loro interno. Il tempio riproduce su scala gigantesca una geometria rituale in cui ogni misura e ogni angolo trasmettono un potente messaggio divino.
Borobudur non ha bisogno di altri superlativi, ma è il tempio buddhista più grande al mondo, e per arrivare in cima dovrete affrontare ripide scalinate in pietra. La sua forma piramidale, infatti, rappresenta il cammino spirituale necessario all’uomo per raggiungere la purezza dello spirito.
È costituito da ben dieci terrazze, ognuna delle quali rappresenta una fase del tragitto mistico. È diviso in tre differenti livelli che rappresentano l’emancipazione dalla sfera dei sensi, la tensione verso la sfera spirituale e la progressione dell’anima verso il Nirvana.
Il tempio è, ovviamente, meta di pellegrinaggio molto ambita per fedeli e mistici di ogni parte del mondo poichè sorge in un luogo sacro. La piana in cui si erge, infatti, si trova in prossimità di una confluenza di due fiumi che ricorda quella dei fiumi Gange e Yumna, considerata sacra in molte culture.
Il momento migliore per visitare Borobudur è l’alba (intorno alle 6) o il crepuscolo (nel tardo pomeriggio). Questi sono anche i momenti più freschi della giornata per affrontare la salita alle terrazze superiori.
L’ingresso alba è valido dalle 4:30 del mattino, mentre l’apertura “ordinaria” è alle 6:00. Il tempio chiude intorno alle 17:00 quindi è necessario arrivare almeno un paio di ore prima.
Raramente potrete godervi il sito in solitudine, ma i giorni feriali sono più tranquilli dei weekend.
La stagione secca, da aprile a ottobre, consente di scattare foto più belle rispetto agli umidi mesi dei monsoni, da novembre a marzo.
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