C’è una parola che evoca contemporaneamente la città più bella del mondo e tutte le storie possibili nello spazio e nel tempo: questa parola è Cinecittà.
Nel corso dei suoi 80 anni di storia, oltre 3.000 film hanno preso vita a Cinecittà e ben 51 pellicole hanno vinto l’Oscar: qui sono stati realizzati capolavori che hanno fatto emozionare generazioni di spettatori.
I suoi Studi si confermano oggi come la cornice prediletta da registi e produttori per film, documentari, serie tv e video musicali. Perché ogni film che esce da Cinecittà porta il marchio di questa straordinaria fabbrica dei sogni!
La scelta di Roma per la costruzione del grande complesso di stabilimenti cinematografici non fu semplice. Vi era l’accanita concorrenza di Torino, in cui erano già situate potenti case di produzione come la Ambrosio Film, la Pasquali e lItala. Inoltre, a Roma, era già presente la CINES, che era stata fondata nel 1904 col nome originale di Alberini e Santoni. Destino volle però che, nella notte del 26 settembre del 1935, i due teatri della CINES vennero distrutti da un incendio. Così, l’allora presidente della compagnia Carlo Roncoroni fece costruire sui suoi terreni il nuovo complesso.
Il nuovo progetto comprendeva la costruzione di stabilimenti, laboratori di sviluppo e stampa, una scuola professionale ed un ISTITUTO LUCE (La Unione Cinematografica Educativa), nato dal già esistente Sindacato di Istruzione Cinematografica.
La prima pietra venne posta il 26 gennaio del 1936, mentre l’inaugurazione vera e propria di Cinecittà avvenne il 21 aprile 1937. Nell’idea originale di Roncoroni, rimasto presidente, sarebbe dovuto essere costruito anche un villaggio per tecnici e lavoratori di Cinecittà. Quando morì però, nel 1938, il complesso passò nelle mani dello Stato che bloccò l’iniziativa.
La Seconda Guerra Mondiale e i tumulti dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, fecero cadere il complesso in rovina. Il saccheggio di tutto il materiale ad opera delle truppe tedesche lasciò i teatri del tutto sguarniti del materiale necessario. Soltanto nel 1945 Luigi Freddi, allora presidente di Cinecittà, impose che tutto il materiale fosse restituito al centro romano.
La fine della guerra però non vide Cinecittà ripopolarsi. Con il Neorealismo i cineasti si spostarono dai teatri alla strada cercando riprese all’aperto, attori non professionisti e un contatto sempre diretto con la realtà oggettiva dei fatti. Autori come Zavattini, Rossellini, De Sica, con la loro arte ed i loro capolavori fecero la fortuna del cinema italiano, ma lontano dai set di Cinecittà.
La crisi durò per tutti gli anni 40. Fu superata grazie al contributo americano, in particolare della MGM, che decise di girare a Roma il colossal storico Quo Vadis?. Grazie a questo intervento gli stabilimenti iniziarono nuovamente ad essere popolati da produzioni italiane e statunitensi. Così il lavoro a Cinecittà riprese florido ispirando anche i nostri registi, come Fellini, Visconti, Pasolini, a tornare a girare all’interno del complesso.
Il flusso di lavoro divenne allora praticamente costante ed ininterrotto, anche quando la crisi del cinema italiano si fece nuovamente sentire negli anni 70. Il problema, all’inizio degli anni 80, venne risolto con l’affitto degli studi a produzioni televisive, fino alla nuova ondata di costose produzioni che si è verificata in questi ultimissimi anni.
La leggenda vuole che il primo lungometraggio girato nei teatri sia stato L’Allegro Cantante di Gennaro Righelli, e che nello stesso 1937 già 18 film vennero alla luce in quegli stabilimenti. Tra questi anche Il Signor Max di Mario Camerini, commedia che lanciava nel panorama del cinema italiano la stella di Vittorio de Sica.
Nei primi anni di vita, Cinecittà si specializzò dunque nella produzione di spensierate commedie e opere musicali, oltre che in melodrammi che esaltavano il patriottismo ed il valore italico, dazio da pagare al regime fascista.
Cinecittà non ha mai smesso di realizzare i sogni di un Paese attraversando la Storia di tutto il Novecento. Dalle produzioni spensierate del regime fascita alle produzioni americane che rivestirono la capitale di nuovo splendore nel dopoguerra, ai grandi kolossal che avrebbero da lì a poco reinventato la storia del cinema, da Quo Vadis? di Mervyn LeRoy a Ben Hur di William Wyler.
Nel nuovo millennio, i teatri di Cinecittà hanno continuato ad ospitare i set di importanti produzioni americane come Gangs of New York di Martin Scorsese, Le avventure acquatiche di Steve Zissou di Wes Anderson, La passione di Cristo di Mel Gibson e più recentemente Catch 22 di George Clooney.
Lungo la via Tuscolana, gli studi di Cinecittà si estendono su un’area di circa quaranta ettari. La dimensione della città del cinema raggiunge pressappoco quella della Città del Vaticano, figurando tra le aree di produzione cinematografiche più grandi al mondo.
All’interno, troviamo ben ventuno teatri di posa. Tra questi il più famigerato è il Teatro 5, sede privilegiata di lavoro del grandissimo Federico Fellini. Il regista romagnolo amava così tanto questo teatro che affianco ad esso vi aveva stabilito una sua residenza.
Il visitatore desideroso di entrare a Cinecittà rimarrà colpito dalle numerose stanze che troverà al suo interno. Nella stanza del regista si possono scoprire alcune interessanti curiosità su Carlo Verdone, Lina Wertmüller e Martin Scorsese. La stanza del sonoro consente di scoprire e di cimentarsi in prima persona con le tecniche di doppiaggio. Scoprire come vengono applicati gli effetti speciali alla cinematografia sarà un’attività divertente grazie alla stanza del green screen. Nel corso della mostra, poi, si potranno visitare anche la stanza del costume, quella della finzione e quella della sceneggiatura.
Oggi Cinecittà è anche un parco tematico, Cinecittà World con 40 attrazioni, 6 spettacoli in scena ogni giorno, 4 ristoranti e tantissimi eventi.
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