Home » Giorno del ringraziamento: storie e curiosità della festa più amata dagli americani
Negli Stati Uniti il Giorno del Ringraziamento è una delle feste più importanti dell’anno, quella che apre la stagione del Natale. Si festeggia, infatti, ogni quarto giovedì di novembre (mentre in Canada il secondo lunedì di ottobre) prima dell’inizio delle ricorrenze natalizie. Le sue radici sono legate all’arrivo dei padri pellegrini e all’incontro con i nativi americani. E’ una festa di derivazione cristiana e contadina, osservata in Nord America, che ogni anno vede milioni di famiglie riunirsi e trascorrere del tempo insieme.
Quello del 2020 sarà il 399 Thanksgiving. La sua storia può essere fatta risalire nel XVII secolo, più precisamente nel 1620. I Padri Pellegrini, perseguitati per il loro cristianesimo calvinista, decisero di abbandonare l’Inghilterra e per il Nuovo Mondo.
102 pionieri (52 uomini, 18 donne e 32 bambini) imbarcati sulla Mayflower, arrivarono sulle coste americane a Plymouth, nel Massachusetts.
Fu un viaggio molto difficile e avverso, molti si ammalarono e persero la vita. Giunti a destinazione, con l’inverno ormai alle porte, si imbatterono in un territorio selvatico e inospitale, fino ad allora abitato solo da nativi americani. I Pellegrini trasportarono dall’Inghilterra dei semi di vari prodotti che seminarono come principale fonte di sostentamento. Per la natura del terreno e per il clima, il raccolto fu molto scarso e quasi la metà di loro non sopravvisse al rigido inverno. La situazione drammatica si risolse grazie al prezioso aiuto dei nativi americani, che indicarono ai nuovi arrivati quali prodotti coltivare, le tecniche più adatte e quali animali allevare, nella fattispecie il granoturco e i tacchini.
Il raccolto fu abbondante e il governatore della colonia emise un’ordinanza perché tutte le famiglie ringraziassero per il cibo ricevuto. I coloni invitarono ai festeggiamenti anche gli indigeni, grazie ai quali avevano potuto superare le iniziali difficoltà di adattamento ai nuovi territori, gettando le basi per un futuro prospero e ricco di ambiziosi traguardi.
Il Thanksgiving Day ha un forte e semplice significato simbolico per gli americani: ringraziare la vita e Dio di tutte le cose buone capitate durante l’anno. Una festività con un potere simbolico e identitario molto forte. Un’occasione di rendere grazie alla sorte per tutto ciò che si ha: amici, casa, famiglia e i beni materiali necessari a condurre una vita serena e dignitosa.
Per sottolineare quanto sia americana questa ricorrenza basti ricordare che nel 1789 George Washington, il primo presidente USA, dichiarò questa giornata festa nazionale. Una consuetudine istituzionalizzata nel 1863 grazie ad un altro importante presidente, Abraham Lincoln, che nel mezzo della Guerra di Secessione fissò la data proprio come avviene oggi. Forse in pochi sanno che dietro la decisione del Presidente ci fu Sarah Josepha Hale, una delle donne più importanti ma tuttavia poco riconosciuta dalla storia americana. Sarah influenzò il Presidente a proclamare ufficialmente un giorno di Ringraziamento, convinta che osservarlo avrebbe unito il Paese e lo avrebbe riappacificato.
Come da immaginario comune, la festa del ringraziamento è soprattutto cibo e convivialità. Si mangia rigorosamente a casa (mai al ristorante) con ricette tipiche della tradizione. Immancabili su ogni tavola che si rispetti ci saranno sempre il tacchino e la torta di zucca, ma anche la focaccia di granoturco, le patate dolci speziate, la torta di mele e la salsa di mirtilli. Tutte pietanze che furono servite anche dai coloni nel 1621 e che ogni anno vengono minuziosamente preparate con segrete ricette di famiglia.
Indubbiamente il piatto più famoso rimane il tacchino al forno, ma perché proprio questo simpatico pennuto?
Secondo la tradizione, sono stati i Padri Pellegrini a portare i tacchini negli Stati Uniti (dove il clima era particolarmente adatto al loro allevamento). In realtà, il noto volatile era già americano. Gli Aztechi, infatti, li donarono agli spagnoli che li portarono in Europa. In breve tempo la sua presenza divenne così consueta da far dimenticare a tutti la sua provenienza. Ironicamente, nel 1620, i coloni del Mayflower lo riportarono indietro sulle coste del Massachusetts dove divenne uno dei pasti serviti durante i festeggiamenti con i nativi.
Come dicevamo, non è un vero Ringraziamento senza un delizioso tacchino a fare da centro tavola. Ma come viene preparato questo succulento piatto? Qui la ricetta.
Curiosità: il Presidente degli Stati Uniti ogni anno salva simbolicamente la vita a un tacchino (con Obama due) con una cerimonia ufficiale nei cortili della Casa Bianca. Questa tradizione sembra sia stata introdotta da Harry Truman nel 1947, anche se secondo altre fonti il primo presidente a farlo fu JFK all’inizio degli anni Sessanta. Ecco la cerimonia della grazia del 2019.
In molte città americane il giorno del ringraziamento si svolge una parata. La più famosa è quella dei grandi magazzini Macy’s a New York. La sfilata inizia da Central Park West (sulla 79th Street) e scende per la 7th Avenue e poi la 6th fino a raggiungere Macy’s, dove su di un palco artisti famosi e cantanti si esibiscono. Alla parata partecipano centinaia di bande musicali. La prima parata è stata fatta nel 1914, con animali veri, ora ci sono i gonfiabili giganti a forma di animali o dei più famosi cartoni animati. Uno spettacolo da non perdere. Quest’anno, a causa delle restrizioni in atto per la pandemia da Covid-19, sarà possibile assistere alla parata direttamente in streming dal sito ufficiale dei grandi magazzini Macy’s.
In Italia questa ricorrenza non è particolarmente sentita ed è conosciuta prevalentemente grazie a film e telefilm che mostrano intere famiglie riunirsi intorno al tavolo per organizzare la tradizionale cena a base di tacchino.
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