Home » Human Library: la biblioteca con libri… in carne ed ossa!
La Human Library è un’organizzazione e movimento internazionale che ha avuto inizio a Copenaghen, in Danimarca, nel 2000. Mira ad affrontare i pregiudizi delle persone aiutandole a parlare con coloro che normalmente non incontrerebbero.
L’organizzazione utilizza l’analogia bibliotecaria del prestito di persone piuttosto che di libri. Queste persone hanno “sperimentato pregiudizi, esclusione sociale o stigma”, e i partecipanti possono porre loro domande in modo da “conoscere l’altra persona e anche sfidare i propri pregiudizi”.
L’Organizzazione Human Library è attiva in oltre 80 paesi, in cui ci sono alcune biblioteche umane permanenti, ma la maggior parte nascono come eventi.
Una Human Library sembra apparentemente una comune biblioteca con bibliotecari e cataloghi. La differenza sostanziale sta nel fatto che per leggere i libri non bisogna sfogliare le pagine, ma iniziare una conversazione di circa 30 minuti con una persona in carne e ossa.
In pratica, ogni lettore sceglie un libro vivente in base ai titoli che sintetizzano la sua storia. I titoli sono volutamente molto diretti, come ad esempio “ragazza lesbica”, “donna islamica col velo”, “emigrato albanese”, proprio per suscitare le reazioni emotive dei potenziali lettori attivandone la curiosità, ma anche gli stereotipi e i pregiudizi.
La Human Library o “Menneskebiblioteket” come viene chiamata in danese, è stata creata a Copenaghen nella primavera del 2000 da Ronni Abergel e suo fratello Dany e colleghi Asma Mouna e Christoffer Erichsen, come risposta all’aggressione a sfondo razzista subita da un loro compagno nel 1993.
Nato inizialmente come un evento originale, aperto otto ore al giorno per quattro giorni di fila e presentava più di cinquanta titoli diversi. Convinti che la comprensione fosse la pre-condizione della tolleranza, i giovani hanno fondato l’associazione “Stop The Violence”, raggiungendo in breve tempo 30.000 adesioni fra i giovani danesi.
Nel 2000 arriva la richiesta di preparare un intervento su larga scala per il festival di Roskilde, dove Stop The Violence mette a punto il metodo Human Library, che mette le persone di fronte ai loro pregiudizi offrendo uno spazio protetto in cui ospitare un dialogo franco ed aperto. L’iniziativa ebbe un enorme successo e, dal 2003, è stata riconosciuta dal Consiglio d’Europa come buona prassi, e come tale incoraggiata. Da allora è stata esportata in tutto il mondo con grande successo. Già solo in Danimarca esistono altre tre sedi fisiche della libreria, a Esbjerg-Varde, Århus e Odense.
I libri viventi sono persone consapevoli di appartenere a minoranze soggette a stereotipi e pregiudizi. Ciò che li accomuna è la voglia di scardinarli, rendendosi disponibili a discutere le proprie esperienze e i propri valori con gli altri.
La biblioteca vivente offre ai lettori l’opportunità di ascoltare le storie e le esperienze di persone con cui difficilmente avrebbero occasione di confrontarsi. L’incontro rende concreta ed unica la persona che si ha davanti, che smette quindi di essere percepita come rappresentante di una categoria sulla base di una generalizzazione, ma viene riconosciuta nella sua unicità, una persona che non rappresenta nessuno se non la propria esperienza e storia.
Io vivo per le strade. Io vivo giorno per giorno e non ho alcun tetto sopra la mia testa. Nessun bagno da visitare, nessuna cucina per fare un caffè. Possiedo molto poco, io sono senza casa, scrive il senzatetto.
Alcune persone pensano che sia pericoloso avvicinarsi a me e toccarmi. Questo è il motivo per cui l’ho tenuto segreto per molti anni. Quando le persone hanno paura di avvicinarsi a me, mi fa più male della malattia, dice la ragazza malata di Hiv.
Voglio aiutare annullare la paura di parlare di questo problema a cielo aperto. Se condividendo le mie esperienze come un libro aperto posso in qualche modo aiutare gli altri a capire meglio il tabù, spiega la ragazza vittima di molestie sessuali.
In Italia è presente con diverse realtà ed esperienze locali, tra le quali la più importante è la Human Library Toscana, una delle poche in Italia ad aver ricevuto il riconoscimento da parte dell’organizzazione internazionale.
Ma esistono Biblioteche Viventi ispirate dall’iniziativa anche a Verona, Milano, Bergamo, Treviso, Torino e Palermo.
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