Accanto alle numerose bellezze e alle numerose attrazioni rinomate e conosciute di Bologna ci sono altrettanti dettagli davvero affascinanti ma meno noti ai più.
Disseminati per la città infatti, ci sono i Sette Segreti di Bologna, particolarità nascoste che spesso sono sconosciute agli stessi bolognesi. Infatti su certe zone o punti specifici del centro di Bologna aleggia ancora oggi del mistero. Sono spesso oggetti dall’apparenza particolare, o magari fenomeni bizzarri, che esistono da secoli e che hanno portato alla diffusione di leggende e racconti su di essi. Ed in più, proprio per la stranezza e l’originalità di questi oggetti e fenomeni, sono di fatto diventati delle attrazioni turistiche, che i viaggiatori che fanno tappa a Bologna si divertono a sperimentare.
Scopriamoli insieme!
Posizione: Via Piella, vicino al numero 16
In molti non lo sanno ma anche a Bologna c’è una “Little Venice”: Passando sotto Porta Govese o Torresotto dei Piella si giunge alla celebre Finestrella sul Canale delle Moline e al ponte sul canale, entrambi con affaccio. Affacciandosi fra i palazzi infatti, si può vedere scorrere uno dei tratti d’acqua che venivano usati per la navigazione mercantile, uno dei pochi che tra i primi del Novecento e il dopoguerra non fu ricoperto di asfalto.
ll canale delle Moline è la prosecuzione del canale di Reno, per buona parte del suo itinerario è rinchiuso tra le case, come si vede dalla Finestrella, e per questo in passato è rimasto a lungo nascosto alla vista. Di recente sono stati riaperti gli affacci sui ponti delle vie Oberdan e Malcontenti, che si affiancano alla suggestiva finestrella di Via Piella. Visto il romanticismo di questo scorcio inaspettato il muro attorno alla finestrella è stato riempito da frasi d’amore e persino da qualche lucchetto.
Posizione: Angolo tra Via Indipendenza e Via Rizzoli (sotto la Torre Scappi)
“Il pane è vita, il vino è allegria, la cannabis è protezione”. Non è chiaro quale sia il reale significato del riferimento alla cannabis come fonte di protezione: c’è chi ha ipotizzato che potesse essere protezione dal dolore, dai sentimenti, dai problemi e chi, invece, ha fatto riferimento alla ricchezza. Infatti pare che in passato gran parte della ricchezza della città di Bologna derivasse proprio dal commercio della canapa.
Foto di Mario Pedretti – Flickr
Posizione: Strada Maggiore 26 (sul soffitto di legno del portico all’ingresso di Corte Isolani)
Conficcate nel soffitto del portico all’ingresso di Corte Isolani si possono scorgere tre frecce sulle quali si narra una leggenda che racconta di tre briganti che molto tempo fa si trovavano lì per uccidere un signorotto bolognese. Ma fortunatamente una fanciulla, affacciandosi nuda ad una finestra, li distrasse, le frecce partirono quindi ognuna in una direzione diversa e si conficcarono nel soffitto, facendo così fallire l’attentato.
Posizione: Voltone del Podestà (sotto Palazzo del Podestà in Piazza Maggiore)
Sotto il voltone di Palazzo del Podestà, nei quattro angoli sotto la torre dell’Arengo, avvicinandosi alle pareti si può notare un fatto curioso: parlando contro il muro i suoni vengono trasmessi da un angolo all’altro. Questo canale di comunicazione tra i quattro angoli era stato architettato in epoca medievale per far confessare i lebbrosi. Oggi si possono scorgere molte persone, rivolte spalle al muro che si divertono a sperimentare questo speciale sistema di comunicazione.
Posizione: Incrocio tra Via Rizzoli, Via Zamboni e Strada Maggiore
In cima alla Torre degli Asinelli, sulla quale gli universitari più scaramantici non salgono fino al raggiungimento della laurea (si dice che chi sale non si laurea) c’è un vaso, un vaso rotto. Non si sa bene perché, né da quanto tempo si trovi effettivamente lì (e io in realtà non so nemmeno se si trovi lì o meno). Ad ogni modo questo vaso rotto dovrebbe rappresentare la capacità degli abitanti di Bologna di risolvere i conflitti in maniera civile e pacifica.
Posizione: Via Zamboni 33, Palazzo Poggi
Si dice che in una delle cattedre della sede storica dell’università di Bologna, sia incisa la scritta panum resis. Di fatto è un segreto che tutti gli studenti di Bologna conoscono, ma solo per sentito dire: non conosco una singola persona che sia andata a per verificare. La frase starebbe a significare che la conoscenza è alla base di ogni scelta importante.
Posizione: Piazza Maggiore
La fontana del Nettuno, che con la sua imponente statua dà il nome alla piazza davanti a Salaborsa nasconde un simpatico effetto ottico. Se posizionati nei pressi della scalinata della biblioteca (ci sarebbe addirittura una mattonella più scura a indicare il punto preciso) vedrete non più l’indice del dio del mare, bensì l’erezione di quest’ultimo. Si pensa che questa illusione ottica sia stata volutamente progettata in modo scherzoso dall’autore Giambologna.
Se pensate che i segreti della misteriosa Bologna finiscano qui, vi sbagliate!
Ad esempio, il complesso delle Sette Chiese (in Piazza Santo Stefano). Dall’esterno esso appare come una normale, antica chiesa romanica. Entrando, invece, il visitatore sbalordito scoprendo che racchiude sette ambienti distinti. Risalgono ad epoche storiche diverse e quindi hanno stili architettonici molto vari. Seppure non sia esattamente un segreto, l’atmosfera che si respira quando si accede alla prima delle sette chiese per poi passare alla seconda, è davvero misteriosa.
Un altro segreto riguarda i portici di San Luca. San Luca è uno spettacolare santuario e per raggiungerlo è necessario percorrere una lunghissima scalinata porticata (da via Saragozza e arriva fino all’ingresso del santuario). Non tutti sanno che si tratta del portico più lungo del mondo: 3796 metri con 666 arcate 8in realtà però dipende tutto da dove si inizia a contare, e ad oggi non c’è chiarezza).
Alcune leggende bolognesi (visto il 666) hanno immaginato che il famoso portico di San Luca fosse una rappresentazione del Demonio sotto forma di serpente che si inerpica sinuoso su per i colli e che il Santuario fosse una rappresentazione di Maria, che gli schiaccia la testa.
Infine, un ultimo segreto riguarda la sconosciuta Palazzina Majani (via Indipendenza, 4). Fu realizzata all’inizio del ‘900 da Augusto Sezanne in stile liberty come sede per il café e il negozio della Majani, la famosa cioccolateria bolognese. Oggi, al suo posto, un negozio gigante di H&M.
La parte superiore dell’edificio ospitava un tempo un café, una tea house e una sala da ballo. Da sotto si può vedere il portico con le colonne, i capitelli e il terrazzino in stile liberty, completamente diverso da tutto ciò che lo circonda.
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