Home » Il sentiero dell’infinito, il trekking mozzafiato della Liguria
La Liguria, è famosa per il suo mare e le sue spiagge, ma offre tantissimo anche a chi decide di avventurarsi attraversando le sue bellezze naturali sorprendenti, con viste e panorami che lasciano senza fiato.
Il Sentiero l’Infinito è uno dei percorsi più belli che, in soli 14 chilometri, collega Porto Venere con Riomaggiore, gioiello delle Cinque Terre, passando tra terrazze coltivate, il Parco Nazionale delle Cinque Terre e il santuario di Nostra Madonna di Montenero. Da qui si possono vedere, dall’alto, anche le tre isole di Palmaria, Tino e Tinetto: una vera meraviglia.
Il cammino, in buona parte a picco sul mare, è uno dei più affascinanti d’Italia. C’è chi lo ha definito addirittura “il sentiero più bello del mondo”.
Il sentiero ripercorre antichi tratti senza tempo, motivo per cui gli è stato dato il nome di “Sentiero dell’Infinito”. Il tempo qui non scorre, non si torna nel passato ma non si è mai davvero nel presente.
Per gli amanti del trekking, il nuovo sentiero che parte dall’ultima delle Cinque Terre è una tappa obbligatoria. Il percorso ha inizio da Riomaggiore e arriva a Porto Venere, la strada è a picco sul mare, passa per sentieri piccoli e dislivelli che raggiungono anche i 500m. La camminata di 6 ore è lunga 12 km, può essere faticosa ma la vista che regala ad ogni passo e la magia del paesaggio ripagano tutta la fatica.
Il sentiero s’immerge nella macchia mediterranea, tra boschi, terrazzamenti, ulivi e vigneti, senza perdere mai di vista il mare che gli fa da sfondo. E poi ci sono i borghi, dalle case color pastello, cartoline di un’Italia talmente pittoresca da avere ispirato in passato scrittori e oggi anche registi.
La partenza da Riomaggiore permette di raggiungere in direzione Sud il santuario della Madonna di Montenero da dove ammirare le isole di Palmaria, Tino e Tinetto, immerse nel blu del mare. Passando per i piccoli paesi di Cas Lemmen e Campiglia, si raggiunge una splendida vista sul Golfo di La Spezia. Scalando i monti liguri si raggiunge il promontorio di Muzzerone, da qui, scendendo verso il mare, si raggiunge San Pietro a Porto Venere, chiesa a picco sulla scogliera e immersa nel verde del bosco.
La maggior parte del sentiero è in salita ed è facilmente percorribile in quanto è interamente segnato dai colori rosso-bianco del CAI. Lo si può percorrere tutto l’anno in quanto è aperto a tutti ed è gratuito. Il dislivello tra su e giù è di circa mille metri, pertanto bisogna contare una giornata di cammino per percorrerlo tutto.
L’itinerario parte da Riomaggiore, comune Patrimonio Unesco dell’Umanità. Uno scenario assolutamente imperdibile di Riomaggiore è quello che regala il suo bel porticciolo. Di giorno sembra una fiaba tra i colori delle barche tipiche e delle acque cristalline, al tramonto diventa un sogno e la sera, quando si accendono le luci, si trasforma in una piccola bomboniera.
Da Riomaggiore, dopo circa un’ora di cammino, si giunge al Santuario di Nostra Signora di Montenero a 340 mt sul livello del mare. Oltre a regalare una vista suggestiva, la Chiesa custodisce al suo interno un’immagine raffigurante l’Assunzione della Vergine portata qui dai Greci in fuga da una persecuzione iconoclasta nell’alto Medioevo.
Il percorso prosegue poi verso il Colle del Telegrafo, una sella a quota 532 mt il cui nome è legato al telegrafo ottico che un tempo svettava sul colle. Qui il terreno è sconnesso e impervio, ma la vista è davvero impagabile: uno scenario ideale per concedersi uno dei piatti della cucina locale. Dalla torta di riso salata, tipica del periodo di San Giovanni alla minestra di campo con patate ed olio fino ai muscoli ripieni.
A questo punto il percorso riprende esattamente dove incrocia l’Alta Via delle Cinque Terre che dal Telegrafo porta a Sant’Antonio. Si prosegue sulla variante 534 che dopo Casotti e e Fossola conduce a Monesteroli, attraverso la lunga scalinata di 2000 gradini. Questa località, candidata tra i Luoghi del Cuore FAI, conserva ancora intatto il suo fascino selvaggio ed incontaminato grazie alla sua particolare posizione geografica. Tra tetti tipici di mattoni rossi e vigneti anche questo è un buon momento per gustare qualche specialità locale. Ad esempio la mesciua, tipica minestra di legumi, o i panigacciuna sorta di panini rotondi farciti solitamente con gorgonzola, sugo di funghi oppure pesto.
Tappa finale del Sentiero dell’Infinito è Portovenere, una piccola perla tra il Parco Nazionale delle Cinque Terre e il Golfo dei Poeti. Qui sorge Castello Doria, edificato tra il XII e il XIV secolo, e posto su un’altura rocciosa dalla quale potrete ammirare l’intera città. Scenario dei conflitti tra Genova e Pisa per l’egemonia sulle zone circostanti, Castello Doria ha una struttura pentagonale alla quale, un tempo, si accedeva tramite un ponte levatoio.
La vista da qui include anche un altro tra gli edifici più interessanti di Portovenere, la Chiesa di S. Pietro, citata anche da Montale come “cristiano tempio”. Le suggestioni letterarie riecheggiano fino alla grotta arpaia nota anche come “grotta di Byron”. Pare infatti che il poeta britannico avesse trovato qui il suo rifugio creativo, tanto da ispirarsi alla grotta arpaia per la descrizione della caverna de Il corsaro. La grotta di Byron è anche una meta prediletta per gli appassionati di snorkeling che nelle sue acque possono ammirare moltissime specie marine.
Infine, chi ama la natura non può certo perdersi una visita al Parco Naturale di Portovenere, un luogo di grande valore ambientale oltre che storico e culturale. Oltre al borgo, i 400 ettari del Parco comprendono anche le isole di Palmaria, Tino e Tinetto più l’Area Marina Protetta che comprende numerosi siti di immersione habitat di una pregiata e variegata biodiversità.
Visitare Portovenere vuol dire anche entrare a contatto coi piatti della cucina tipica. I lacerti in saor ma anche il polpo con le patate o ancora il tonno con le cipolle caramellate di Treschietto e l’immancabile panino con le acciughe di Baracco.
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