Uno strato di zucchero croccante fuori e un cuore morbido di delicatissima crema profumata: è la crema catalana.
Anche se spesso viene confusa con la crème brûlée, la crema catalana presenta delle differenze sostanziali, sia nella preparazione che negli ingredienti.
Questo dolce, detto anche “crema bruciata” è un dolce tipico che i catalani amano consumare in un giorno speciale, la festa di San Giuseppe (il 19 marzo, la festa del papà) motivo per cui uno dei nomi della crema catalana è anche crema de Sant Josep. Pare che la migliore sia quella che si mangia a Barcellona!
Le origini della crema sono sì spagnole, più precisamente catalana, cioè dalla Catalogna, ma dato che i suoi ingredienti sono molto semplici ed economici, è anche una tipologia di ricetta che torna in tantissime tradizioni culinarie e pasticcere europee, anche in Italia.
È una crema ampiamente documentata e trattata nella letteratura catalana e nei libri di cucina dei secoli XIV e XVI, per cui è considerata uno dei più antichi dolci d’Europa, conosciuta ai più come evoluzione di una crema tradizionale. Nel corso del XX secolo, la crema catalana è stata menzionata nelle opere di Josep Pla e del poeta Miquel Martí i Pol.
Come abbiamo detto, si prepara di solito a Marzo. La tradizione dice che gli antichi contadini spagnoli la preparassero in questo periodo perché in quel periodo le galline depositavano più uova di tutto l’anno e, non sapendo che farne, preparavano questa crema in cui le uova, solo il tuorlo, la fanno da padrone. Gli stessi contadini poi, caramellavano lo zucchero con un ferro ad hoc appoggiandolo sulla superficie dopo averne arroventato la base sul fuoco.
C’è invece una leggenda spagnola che lega simpaticamente la crema catalana alla crème brûlée. All’arrivo del vescovo a un convento, le monache stavano preparando una crema, che risultò troppo liquida. Non avendo tempo di pensare e preparare un altro dessert, aggiunsero alla crema, fra tanti altri ingredienti, lo zucchero bruciato in superficie. Quando servirono la crema lo zucchero era ancora molto caldo e il vescovo portandosi il cucchiaio alla bocca esclamò “Quema!”, che in spagnolo significa “Brucia!”. Da qui sembrerebbe che i francesi abbiano adottato il nome crème brulée, ovvero “crema bruciata”.
La prima differenza sostanziale che rivela la prova dell’assaggio è senz’altro l’aroma. Se nella crema catalana si percepisce chiaramente la presenza della cannella, caratteristica della crème brûlée è, invece, la delicatezza della vaniglia.
L’altra grande differenza è che, mentre la crema catalana si prepara con solo latte intero, la cugina francese è a base di panna liquida con aggiunta di latte. La ricetta originale della crema catalana prevede, inoltre, l’utilizzo della maizena, mentre nella crème brûlée non ci sono amidi.
Infine, la cottura: la catalana è lavorata direttamente sul fuoco, mescolando il composto all’interno di un pentolino, finché non raggiunge la giusta densità; la crème brûlée si cuoce, invece, a bagnomaria, collocando le cocottine con dentro il composto di uova, panna e latte in una teglia riempita per un terzo d’acqua bollente e infornando il tutto per circa 70 minuti a 140 gradi. Questo si traduce, innanzitutto, in un diverso impatto al palato, con la crema catalana tendenzialmente vellutata e l’omologa specialità francese dalla consistenza più “budinosa”.
Degna di nota è una squisita variante di questa combattuta ricetta: l’espumoso, ovvero uno Spumone di Crema Catalana con sopra caramello cremoso e come base biscotti al cioccolato. Lo Spumone è una tipologia di gelato presente anche in Italia, soprattutto nella tradizione salentina e siciliana, composto da gusti stratificati (generalmente nocciola, cioccolato, pistacchio) e a forma semisferica, perché fatto solidificare in ciotole rotonde.
Un ottimo accostamento con la frutta è rappresentato dal “carpaccio di ananas“ con crema catalana; mentre un dolce tipico natalizio spagnolo è il torrone (Torro) di crema cremada e mandorle. In tutta Europa, però, la crema catalana viene spesso utilizzata anche come ripieno di torte o altri dolci.
Tempo di Preparazione: 5 minuti
Tempo di cottura: 8 minuti
Porzioni: 4
Difficoltà: media
Per aromatizzare ulteriormente se preferite potete grattugiare della noce moscata da unire allo zucchero di canna per la guarnizione oppure utilizzare la scorza del mandarino per aggiungere ancora più note agrumate.
Condividi su:
Un tour mozzafiato di una delle 6 regioni autonome spagnole. Prevede la Toledo, “l’antica capitale”, la visita che vale un viaggio; il monumentale monastero dell’Escorial,…
Scopri i dettagli dell'offertaUn tour intensivo con partenza da Madrid e visita della città. Durante questo tour scoprirete le meraviglie dell\'entroterra spagnolo, lontano dalla movida e dalle tratte…
Scopri i dettagli dell'offertaUn tour unico nel suo genere, alla scoperta di una zona poco conosciuta ed esplorata della Spagna, ricca di patrimoni UNESCO e scenari che mozzano…
Scopri i dettagli dell'offertaPossibilità di assistere alla popolare ‘messa del pellegrino’ a Santiago de Compostela dove si vede spesso ‘volare’ il ‘botafumeiro’ (un gigantesco incensiere), che è diventato…
Scopri i dettagli dell'offertaPotrebbe interessarti anche
Animi nomadi al servizio di menti curiose.
Non perderti le nostre rubriche, nutriremo la tua sete di conoscenza e la tua voglia di esplorare il mondo.