Delimitato dal fiume Lot a est e dai vigneti della Gironda, tra cui Saint-Emilion, a ovest, il dipartimento della Dordogne è conosciuto in tutto il mondo per la sua preistoria e la sua gastronomia.
Terra di contrasti, il Périgord vive tra le asperità dei contrafforti del Massiccio Centrale a est e, a sud, la sinuosità del paesaggio assolato, soggetto agli influssi climatici meridionali.
La destinazione Dordogne-Périgord è costituita da quattro zone turistiche, comunemente chiamate “I quattro Périgord”, Bianco, Nero, Rosso e Verde, tutti con caratteristiche particolari:
Rinomata per la sua gastronomia, la cucina viene definita “tradizionale”, testimone di un’arte di vivere di qualità. Difficile non lasciarsi tentare dai raffinati piatti a base di oca e anatra (tra cui il famoso foie gras), i tartufi del Périgord, le noci del Périgord o i vini di Bergerac (ad esempio il Pécharmant e il Monbazillac).
Il confit de canard con le patate, cucinato col grasso d’oca, rimane il piatto emblematico della regione, autentico, cotto a fuoco lento e ricco di gusto. La cucina del dipartimento nasconde dei sapori che delizieranno le vostre papille gustative!
Questa zona della Francia è nota soprattutto per la produzione di foie gras, preparazione gastronomica a base di fegato grasso d’oca o anatra. Il fegato viene trattato con aromi (sale, pepe, Porto) e poi cotto in terrina (recipienti ovali di terracotta con bordi rialzati) al forno, oppure a bagnomaria. Il foie gras può anche essere macinato, arricchito con aromi, gelatina, ed esser venduto come paté de foie gras (meno pregiato).
Alimento di lusso, tra i più ricercati e costosi della cucina francese e internazionale, il foie gras è letteralmente “fegato grasso” di oche o anatre. In base alla definizione data dalla legge francese, si tratta di “fegato di anatra o di oca fatta ingrassare tramite gavage“, una tecnica di alimentazione forzata che è da tempo nel mirino degli oppositori, che la ritengono una pratica crudele e pericolosa per la salute degli animali.
Il tartufo nero è senza dubbio il più saporito tra i tartufi. Raccolto maturo, è estremamente profumato ed è il prodotto di festa per eccellenza.
“Diamante della cucina”, secondo Brillant-Savarin, il tartufo nero non lascia mai indifferenti. Con un incomparabile odore di sottobosco, di terra e humus, ha un gusto finemente pepato. Le sue qualità eccezionali e la sua relativa rarità fanno del tartufo uno dei prodotti più onerosi al mondo. Ed è anche uno dei prodotti agricoli per il quale la domanda è nettamente superiore all’offerta.
Il tartufo nero viene raccolto da novembre fino a marzo, nelle annate migliori, nel Sud-Ovest della Francia (Périgord e Quercy), ma soprattutto nel Sud-Est della Francia, che rappresenta l’80% della popolazione francese. Quindi il tartufo del Pèrigord è una denominazione botanica e non geografica.
La Noce del Périgord è una DOC assegnata alla noce fresca, secca e al gheriglio di noce, prodotti nella zona che comprende Dordogne, Lot, Corrèze e Charente per 4 varietà di noce (la Marbot, la Corne, la Franquette, la Grandjean). Questo frutto, consumato da solo o utilizzato per specialità gastronomiche, è una specialità famosa del territorio: lo si trova in versione olio, liquore, gherigli ricoperti di cioccolato o zucchero, dolci…
La fragola del Périgord è diventata invece IGP nel 2004. Questo marchio certifica che la fragola acquistata viene prodotta nel Périgord (la zona di produzione si estende su 32 cantoni del dipartimento e su alcuni comuni del Lot), secondo varietà selezionate per il loro potenziale di gusto, e raccolte a perfetta maturazione.
Da aprile a ottobre, il Périgord produce 7 varietà di fragole saporite. La Garriguette (la fragola di primavera), le fragole Elsanta (varietà olandese), la nuova Cigaline, le «Rimontanti» (che fruttificano dalla primavera all’autunno). E poi ancora la Seascape, La Mara des Bois, la Cirafine (fragola tardiva) e la la Darselect (della stessa famiglia della Elsanta).
Circa 200 produttori, riuniti in organizzazioni di produttori, hanno investito in questo settore, che rappresenta il 20% della produzione nazionale. La tracciabilità del prodotto-fragola è diventata una garanzia di qualità.
Nel sud del dipartimento della Dordogne, il Périgord porpora deve il suo nome all’intensa attività vinicola del Comune di Bergerac.
I vigneti e la città di Bergerac si sono sviluppati in gran parte grazie al fiume Dordogne, dove un tempo navigavano i mercanti che trasportavano le botti di vino fino al porto di Bordeaux per l’esportazione. La città ha reso omaggio a queste due attività riunendo in un unico edificio la storia del trasporto fluviale e dei vigneti al Museo Etnografico del Vino, del Commercio e del Trasporto Fluviale.
Nelle immediate vicinanze, al Chiostro dei Recolletti, punto di partenza della Strada dei Vini, c’è la Casa dei Vini di Bergerac, luogo ideale per le degustazioni e per progettare il proprio itinerario di visita ai vigneti.
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