Home » Rotolando Verso Sud: il viaggio musicale dei Negrita
I Negrita sono un gruppo musicale rock italiano, formatosi all’inizio degli anni novanta a Capolona, in provincia di Arezzo. Nel 2004 un tour spartano in Sud America, alla scoperta di un tipo di musica diversa, li salva da una crisi artistica e identitaria, cambiandoli radicalmente.
In Sud America scoprono un tipo di musica diversa, una musica sociale, fatta per la gente, in mezzo alla gente. Rotolando verso Sud, brano iconico della band, racchiuso nell’album L’uomo Sogna di Volare, ne racchiude tutta l’essenza.
Drigo e Pau in Sud America. Fonte: RSI
«Ragazzi, me ne vado, devo stare vicino alla mia famiglia e non mi diverto più»: un giorno il loro batterista Zama, pronuncia queste parole che improvvisamente spazzano via le certezze accumulate in dieci anni on the road.
Non sempre però, una sconfitta equivale alla fine. Infatti, per i Negrita quello fu il momento in cui impararono a volare. Senza batterista, la band dovette ripiegare su strumentazioni informatiche come la drum machine stravolgendo completamente il loro metodo creativo. Era necessario muoversi e ritrovare l’ispirazione.
L’occasione arrivò subito: un viaggio in Sudamerica, un luogo dove non erano mai stati, ma di cui sentivano un forte richiamo. Un luogo in cui la musica vibra e si fa sentire, dove non è solo note e strumenti, ma anche denuncia sociale, una musica fatta per la gente e con la gente.
Le loro origini risiedono nel blues americano, il loro nome dai Rolling Stones. Ma questa profondità non l’avrebbero ritrovata nella comodità delle mura di casa. Bisognava “rotolare” e riprendere a sporcarsi le mani.
La band durante il viaggio. Fonte: RSI
Così partono. Ma non come ci si immagina degli artisti in tour, con al seguito cento persone, le limousine. No, loro partono da soli, con un fotografo a documentare il viaggio.
Santiago, Cordoba, Buenos Aires, Salvador De Bahia, Rio De Janeiro. Quindici aerei in un mese. Povertà, favelas, gioia di vivere, contraddizioni, nuove sonorità.
La batteria di Zama viene sostituita dalle percussioni e insieme arriva anche un nuovo modo di vedere la creazione di un brano, un nuovo concetto di arte. Studi di registrazione improvvisati, ritmi latini che compaiono come se fossero sempre stati lì. Ogni momento vissuto in quei luoghi contribuisce ad inaugurare la seconda vita dei Negrita. Le sonorità cambiarono, inevitabilmente e suonare diventa un modo per adattarsi a quei luoghi, a quei modi di vivere: «Suonare in quei luoghi rappresentò un costante esercizio d’adattamento – ricorda Drigo – Non aveva senso gesticolare con persone che non capivano nulla di quello che cercavo di dire loro. Il nostro inglese non serviva a nulla. Abbiamo dovuto imporci la virtù della semplicità».
Qui scoprirono dove risiedeva davvero la sonorità dei Negrita. Capirono di colpo di poter parlare di ogni argomento, dal più futile al più profondo, arrangiando i propri brani seguendo i dettami del rock o della world music, ma con la consapevolezza che fosse il modo in cui lo facevano a fare la differenza.
«Non fu una vacanza, dopo un mese tornammo diversi. Perfino i familiari faticavano a comprendere la situazione. L’album che ne seguì, naturalmente, colse tutti di sorpresa: nessuno sembrò capire e, ancor meno, gradire. Ma quando arrivò il momento di ‘Rotolando verso sud’ il cerchio si chiuse: una canzone ed un video che spiegavano l’autenticità del nostro percorso, le platee si riempivano e il disco veniva rivalutato».
Il video musicale di Rotolando Verso Sud è stato girato a Rio de Janeiro in Brasile. Il video mostra i componenti del gruppo che si trovano in un fuoristrada e girano per le strade e i mercati di Rio cantando. Durante il loro cammino, vengono alternate immagini dove il gruppo si ferma in strade, foreste, spiagge, parchi, mercati, e cantano tra la gente del posto. Vengono mostrate riprese anche del Cristo Redentore con i cantanti del gruppo.
Qualche anno dopo, grazie alla consapevolezza nata da questo viaggio, nasce un ideale proseguimento delle note brasiliane di L’uomo sogna di volare: HELLdorado è contaminato da suoni salentini, balcanici, africani, europei e sudamericani. Un album dalle mire internazionali che si esprime in diverse lingue, non solo per il sound: Italiano, Inglese, Spagnolo, Francese, Portoghese e contaminazioni africane esplodono facendo vendere alla band oltre 100.000 copie.
Registrato in parte a Buenos Aires, che ha ispirato la canzone Malavida en BS.AS, l’album ha molti padrini musicali: dai Mano Negra di Manu Chao ai Clash di Joe Strummer, senza rinnegare influenze rock da Bob Dylan ai Rolling Stones. L’ultima traccia del cd, Brother Joe, è dedicata proprio a Strummer, che secondo la band aretina «era un’icona positiva nonostante certi suoi comportamenti estremi e andrebbe insegnato a scuola».
Che rumore fa la felicità è l’unica concessione sentimentale di un disco che esprime dubbi e perplessità su un Italia che ai membri della band appare «in grave sofferenza: illusa e inconsapevole della propria ignoranza». Si torna sulle barricate già con le trascinanti percussioni del nuovo singolo Radio Conga, che musicalmente azzera la distanza fra Africa e Sud America. Con Gioia Infinita facciamo anche la conoscenza dei fiati mariachi di Roy Paci.
Un melting pot di arrangiamenti rock, punk, reggae, blues e patchanka che vi farà subito venire voglia di mollare tutto e partire per il Sud America!
La band durante il viaggio. Fonte: RSI
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