Nel suo bestseller Strade Blu William Least Heat-Moon affronta la narrazione del suo primo grande viaggio attraverso gli Stati Uniti in solitaria, intrapreso nel 1978. Il tutto a bordo del suo Ghost Dancing, un vecchio furgone Ford Econoline del 1975.
Il percorso, una linea tratteggiata che si sviluppa in senso orario lungo i confini estremi della nazione, da Columbia, Missouri a Columbia, Missouri, porterà l’autore a percorrere più di 13.000 miglia. Protagoniste del viaggio le strade secondarie (segnate in blu sulle vecchie carte stradali americane: da qui il titolo del volume), attraverso molti dei 50 Stati americani.
Nessuna meta precisa, soltanto la genuina curiosità di un viaggiatore.
I primi cenni sulla vita dell’autore di questo racconto di viaggio si hanno proprio all’inizio del romanzo. Si chiama William Trogdon, è un professore a Columbia, nel Missuri e, nel 1978, la sua vita viene stravolta:
“a trentotto anni, seppe di essere stato licenziato per il calo degli studenti del college e quasi subito, durante la telefonata in cui comunicava la notizia alla moglie per ricavarne un minimo di conforto, apprese che la donna ormai si era legata con un amico e che, in pratica, lo scaricava”.
Quando una vita viene stravolta in questi modi così bruschi, gli esseri umani si dividono in due fazioni: quelli che vorrebbero fuggire, ma non ne hanno il coraggio e quindi restano dove sono, in attesa che torni il sereno; e quelle che, invece, sbattono in faccia al dolore una bella valigia e si mettono in viaggio, così da tornare con un bagaglio più leggero e un presente pieno di sole.
Ed è quello che decide di fare William, che cambierà nome in Least Heat-Moon in omaggio alle sue origini native. È così che prende in mano i risparmi di una vita e decide di partire per un viaggio on the road in solitaria. Una fuga che affronterà a bordo del proprio furgone, riadattato per l’occasione e ribattezzato con un nome che è quasi un’esorcizzazione delle cose perdute: Ghost Dancing, “La danza degli spiriti”.
L’itinerario raccontato è quello di un percorso ad anello che conduce il protagonista dalla costa est a quella ovest degli Stati Uniti. Attraverserà le provincie dimenticate di un’America remota, perennemente fuori dal gioco del Sogno Americano. Un viaggio fatto di luoghi rarefatti, che sfuggono agli itinerari turistici.
Un’avventura dentro un’America dove le strade percorse s’intrecciano con quelle della vita di chi quei luoghi li abita e sa raccontarli con un fascino unico. Tanto che William Least Heat-Moon decide di registrare ogni conversazione. Ci restituisce così, un libro di viaggio che è anche un incredibile ritratto di un’umanità relegata ai bordi della società.
Senza cadere mai nel banale fa conoscere un’America che già all’epoca era sul punto di scomparire. Lungo il suo percorso l’autore si imbatte in fattorie isolate nella prateria, in empori che eroicamente resistono nel deserto, in stazioni di servizio abbandonate a causa della costruzione di una nuova autostrada. Ma anche in ragazzini in fuga, indiani, prostitute, fanatici religiosi. Ogni incontro è l’occasione per annotazioni sulle origine di nomi e parole, ogni occasione è lo spunto per raccontare episodi legati alla gloriosa storia del west o per riflettere sulla triste condizione dei nativi nell’America contemporanea. Ad ogni tappa del suo itinerario, l’autore mostra realtà sociali diverse, spesso difficili ma reale specchio di quel delicato momento di transizione verso la dimensione più industrializzata e tecnologica a cui oggi siamo assuefatti.
“Forse il viaggio, tramite l’osservazione di ciò ch’è ovvio e ordinario, può essere una terapia, un mezzo per far sì che l’occhio esterno apra l’occhio interno. I vecchi segnali presso gli attraversamenti incustoditi dei binari ammonivano: FERMATI, GUARDA, ASCOLTA. È ciò che Whitman ha definito “il profondo insegnamento della ricezione”.”
“Strade Blu” risulta essere, difatti, il racconto di un sorprendente viaggio vero raccontato in prima persona, rielaborato per quattro anni dopo il ritorno nel Missouri. Pubblicato, tra l’altro, successivamente a non pochi rifiuti, dalla casa editrice Little Brown nel 1982, ottenendo un grande successo anche internazionale.
Con lo snocciolarsi dei giorni e il susseguirsi dei chilometri percorsi, William comprende che il vero scopo del suo viaggio non era soltanto quello di girovagare per qualche tempo abbondando il proprio dolore ed il proprio insuccesso professionale e personale, bensì ben altro:
“Per chi è in grado di restare sveglio e aperto, ogni errore è una possibilità d’imbattersi in qualcosa di nuovo: errare per il mondo e riflettere fanno parte dello stesso processo. Viceversa, chi smette di esplorare sbaglia più che in ogni altro momento”.
Riscatto, dunque. Guardare dentro se stessi cercando e riscoprendo qualcosa di assopito. Qualcosa che c’è sempre stato ma che non si è mai compreso e valorizzato appieno. Sfidare i propri sbagli tramutandoli in opportunità. Grazie al viaggio.
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