Home » Vagamondo: il giro del mondo senza aerei di Carlo Taglia
Torinese, classe 1985, Calo Taglia, in arte Vagamondo, dopo aver lasciato un lavoro d’ufficio, si auto lancia una sfida: il giro del mondo senza aerei.
Il giro del mondo senza aerei è stato completato il 18 Marzo 2013 in in 528 giorni. Dopo questa esperienza è diventato uno scrittore di successo e nel frattempo continua a viaggiare affascinandoci coi suoi racconti di vita.
Ma molti progetti di viaggio sono arrivati e arriveranno. Sul suo blog condivide con noi libri, foto e video di una Vita libera dedicata alla conoscenza del meraviglioso Mondo dove viviamo.
Carlo vede il viaggio non come un fine, bensì come un mezzo attraverso il quale affrontare e sconfiggere i propri demoni interiori. Questo perchè Carlo Taglia non è sempre stato un ragazzo felice ed in pace con se stesso. La sua adolescenza è stata tutt’altro che semplice. Ha vissuto una vita all’insegna della depressione, dell’incomprensione e della solitudine. Un adolescente irrequieto ed arrabbiato, intrappolato in una vita complicata.
Questo lo porta a trascorrere diversi anni dentro a una spirale di festini e droghe che lo hanno portato a sfiorare un punto di non ritorno.
“La mia autostima era a livelli bassissimi. Mi sentivo un ragazzo vuoto, imbranato, tossico, viziato e fallito. Ma sapevo che, se fossi rimasto a Torino, avrei potuto morire da un momento all’altro”.
L’avvenimento che lo spezzerà definitivamente sarà la morte della madre. A quel punto che imporrà a se stesso un risarcimento per tutto il tempo sprecato a giocare con la propria vita.
Un giorno, Carlo gira l’Andalusia on the road, insieme a un gruppo di amici. Grazie a quell’esperienza assapora la leggerezza di una felicità che addomestica l’inquietudine che lo perseguita da sempre. Ed è a quel punto che pensa di dedicare la sua vita proprio al viaggiare.
Carlo inizia a vedere una via d’uscita ed intuisce che il viaggio rappresenta una vera e propria cura per la sua anima. Seguono anni ed anni di viaggi via terra che riusciranno a trasformarlo definitivamente. Perché il viaggio del protagonista è una corsia d’emergenza sulla strada di un’esistenza che ha bisogno di un cambio di direzione. Viaggiare è l’unico modo per salvarsi e far pace con i propri demoni.
Ed è proprio dalla Spagna che decide di ricominciare. Va a Tarifa, dove riesce a sbarcare il lunario facendo diversi lavori. Inizia così ad assaporare quella libertà che sarà la scintilla per accendere quella vampa incendiaria che ancora illumina il suo cammino. Poi in Pakistan, Australia e Brasile, dove apre il suo chiringuito.
Vagamondo cerca di “spronare altre anime a credere in se stesse e nei propri sogni” in quanto, secondo l’autore, “questa è la cosa più preziosa che si possa fare in una società moderna opprimente, che cerca di renderci prigionieri della paura”.
Vagamondo conquista perché, leggendolo, si ha la sensazione di aver scoperto uno scrigno di immensi tesori. Aneddoti, incontri e riflessioni di un giro del mondo lungo 528 giorni, che porta l’autore a scoprire 24 diversi paesi, percorrendo un totale di quasi 96000 chilometri, senza mai utilizzare un aereo!
Parte dall’Himalaya, le montagne dell’anima, forse per dimostrare a se stesso che se avesse superato quei giganti, avrebbe sconfitto quelle paure interiori che lo attanagliavano. Carlo ce la fa. Passa dalle frontiere come i viaggiatori d’un tempo facevano, facendo di sé un pioniere del mondo. Dal Nepal alla Russia, dalla Malesia al Perù, dall’Argentina alla Polonia. Solcando vasti oceani a bordo di mercantili, viaggiando su bus sgangherati e treni che gli permetteranno di avere una finestra non solo su paesaggi meravigliosi, ma anche su quelle culture che sembrano lontanissime.
Così, quando torna in Italia dalla sua famiglia, pubblica in maniera autonoma il suo primo libro: “Vagamondo: Il Giro Del Mondo Senza Aerei”. Diventa un successo pazzesco; decine di migliaia di copie vendute, in testa alle classifiche dei libri più venduti.
Leggendo Vagamondo, di pagina in pagina, scoprirete luoghi lontani dai circuiti turistici convenzionali, posti incredibili che magari non avrete mai sentito nominare. Inoltre, grazie alla incredibile capacità narrativa di Carlo, riuscirete a farvi un’idea realistica sei costumi, festival, meraviglie naturali e tutto ciò che rende veramente autentico un luogo. Scoprirete l’autenticità di quei villaggi che non hanno mai conosciuto la globalizzazione, i culti e i riti che tengono viva quella spiritualità spesso incompresa dall’uomo occidentale. Ma anche le disavventure che ti mettono in guardia sulle possibili difficoltà di questo modo di viaggiare, unitamente ai vantaggi che invece ne conseguono, umanamente ed economicamente.
Ogni capitolo di Vagamondo è dedicato ad un paese e alla fine di ognuno è presente un pagellino dove l’autore indica la sua valutazione di tutti quegli aspetti importanti per chi viaggia.
Quello che si può imparare da un libro di viaggio come Vagamondo è proprio che le barriere, non solo geografiche ma soprattutto culturali, spesso stanno solo nella mente di chi osserva il mondo con i paraocchi, senza predisporsi a un reale incontro con l’altro e l’altrove.
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