Viaggio in Portogallo, pubblicato per la prima volta nel 1981, racconta di un viaggio dell’autore stesso (identificato, nel libro, come “il viaggiatore”).
Attraverso il percorso del suo viaggio Saramago racconta soprattutto un Portogallo fuori dai soliti luoghi del turismo, andando a cercare i paesi e i luoghi di importanza storica più piccoli e meno conosciuti.
Questo romanzo è stato strutturato dall’autore come se fosse una guida per chi volesse visitare il Portogallo. Usa come riferimento il suo personale viaggio alla scoperta del suo Paese natio. Il racconto dei luoghi è arricchito da riflessioni personali sull’esplorazione e sulla figura del viaggiatore.
Il viaggio a scopo turistico diventa un viaggio dentro sé stesso, dove ogni nuovo panorama si trasforma in un’esperienza mistica. In questo modo l’animo dell’autore, e di conseguenza anche quello del lettore, si arricchisce e si svuota allo stesso tempo.
“Questo Viaggio in Portogallo è una storia. Storia di un viaggiatore all’interno del viaggio da lui compiuto, storia di un viaggio che in se stesso ha trasportato un viaggiatore, storia di un viaggio e di un viaggiatore riuniti nella fusione ricercata di colui che vede e di quel che è visto… Prenda il lettore le pagine che seguono come sfida e invito. Faccia il proprio viaggio secondo un proprio progetto, presti minimo ascolto alla facilità degli itinerari comodi e frequentati, accetti di sbagliare strada e di tornare indietro, o, al contrario, perseveri fino a inventare inusuali vie d’uscita verso il mondo. Non potrà fare miglior viaggio.”
Il viaggio tocca non solo le maggiori e conosciute meraviglie, da Mafra ad Alcobaça, da Sintra a Braga a Vila Real. Anche e soprattutto tocca luoghi marginali e sconosciuti, chiese e conventi di sperduti villaggi, gli annessi musei, palazzi e fortezze e i paesaggi nei quali questi sono immersi.
Così diventiamo anche noi lettori parte di quella terra e dei suoi tesori nascosti. Impariamo a decifrare, portali, archivolti, stili architettonici, capitelli, periodi storici e correnti artistiche che spesso come avviene in tutto il Portogallo si sovrappongono. Scopriremo piccoli villaggi arrampicati sui monti o di piccole cittadine che si affacciano sull’Atlantico dal poetico nome come A Ver-o-Mar. Scopriremo storie di visigoti, di chiese, di paesaggi e di letteratura portoghese, anche quella meno conosciuta oltre i suoi confini.
E leggendo non si può non desiderare di partire per quel Portogallo che non fa parte dei circuiti turistici, e in cui per visitare una chiesa bisogna andare alla ricerca di una misteriosa chiave, affidata ora a preti, ora a oscure e sospettose vecchiette che mettono alla prova il viaggiatore.
Andiamo alla scoperta di alcuni luoghi cari all’autore ma che soprattutto ci incuriosiscono di più!
Fa parte dei villaggi di pescatori denominati “Aldeias Avieiras“. Questi villaggi di palafitte nacquero a causa della forte immigrazione dei pescatori provenienti da Praia da Vieira all’inizio del XX secolo. Questo flusso era dovuto dall’esigenza di cercare sostentamento alimentare che il mare non consentiva, così optarono per la pesca di fiume.
Erano flussi stagionali ma i lunghi viaggi cominciarono a rendere non agevole la vita dei pescatori che decisero di stabilirsi sui bordi del fiume con le loro famiglie. Fu così che, già nel 1833, cominciarono a sorgere le casette di legno su palafitte che ancora oggi possiamo vedere in questi villaggi oramai quasi del tutto disabitati.
Abbandonati nel 1970 questi villaggi a bordo Tago stanno risorgendo grazie ad un progetto di candidatura all’Unesco sin dal 2005. Un vero e proprio parto che ancora oggi resta pendente. Speriamo che le cose accelerino prima che sia troppo tardi come a Póvoa de Santa Iria.
Il nome Golegã pare risalga al XII secolo quando una donna della Galizia aprì una locanda, conosciuta come Venda da Golegã.
Famosa per la Fiera internazionale del cavallo lusitano, una fiera che nasce nel 1571 e, nel 1833, grazie al Marchese di Pombal si trasforma in una vera e propria competizione di razze con tanto di concorsi ippici.
Fiore all’occhiello di questa cittadina l’Igreja Matriz un magnifico edificio religioso del XVI secolo con il suo magnifico portale manuelino.
“Questa è la cittadina che, per il viaggiatore, è la più chiusa di tutte, anche se poi si spalanca nela sua rinomata fiera. Lui non è mai riuscito a ritrovarsi in questo luogo piatto, in queste vie lunghissime da cui si alzano sempre nuvole di polvere.”
Torres Novas, la cittadina fortificata, si trova sul rio Almonda nella regione dell’Ribatejo. Deve il suo nome ai Romani che la chiamarono Nova Augusta e al castello costruito nel XIV secolo da dom Fernando I. Al suo interno vi aspetta un magnifico giardino molto ben curato. Potrete percorrere l’intero perimetro delle mura, con ben undici torri, ed avere così una bella vista sulla cittadina e il fiume.
Lungo il fiume sorsero i mulini ad acqua delle prime cartiere e industrie tessili che ne hanno caratterizzato l’economia. Oltre al castello è interessante il Museu Carlos Reis di archeologia, etnografia e pittura portoghese dei secoli XIX-XX.
Nelle vicinanze si trovano gli scavi della villa romana di Cardillo che testimoniano la presenza di un insediamento romano nel territorio. Fu scoperta nel 1930 circa da alcuni uomini che stavano estraendo delle pietre per costruire le proprie abitazioni. Il colonnello Afonso do Paço si incaricò poi ufficialmente degli scavi nel 1962. Scavi che consentirono di scoprire basi di colonne, pavimenti decorati a mosaici bicromatici e policromatici, e numerosi vestigi, come: monete, vetri, vasi, bronzi, ceramiche, che oggi sono nel Museu Municipal Carlos Reis di Torres Novas.
Situata su un altopiano, Santarém è un belvedere sulla fertile regione della valle del Tago, famosa per l’agricoltura, l’allevamento di bestiame e le corride. Ma Santarém è anche capitale del gotico, facente parte delle terre dell’Ordem de Cristo (ex Templari) che finanziarono gran parte delle scoperte dei portoghesi.
Il punto di partenza per una visita a Santarém è, in genere, il Jardim das Portas do Sol, la cittadella fortificata che D. Afonso Henriques, il primo re del Portogallo, conquistò agli arabi.
Passeggiando per le vie fiancheggiate da edifici rinascimentali si giunge alla Praça Sá da Bandeira, la piazza principale, dove si vede la Igreja de Nossa senhora da Conceição, attuale cattedrale di Santarém, e la Igreja de Nossa Senhora da Piedade. Per concludere, una visita alla chiesa Nossa Senhora de Marvila conosciuta come la “Cattedrale dell’Azulejo” in Portogallo.
“Santarém è una città singolare. Con la gente per strada o tutta rintanata in casa, dà sempre la stessa impressione di chiusura. Fra la parte antica e i nuclei urbani più recenti non sembra esservi comunicazione: ciascuno nel luogo dove è stato messo e sempre dandosi le spalle.”
Saramago insegna che il viaggio non finisce mai, perché la fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro.
Nei posti bisogna tornare, vedere quel che si è già visto, di giorno quel che si è visto di notte, d’inverno quel che si è visto d’estate, con il sole ciò che si è visto con la pioggia.
“Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre.”
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