Wild è il libro, ma anche film, che ha fatto appassionare milioni di persone al Pacific Crest Trail.
Anche chi non ha mai fatto trekking nella vita, leggendo il libro di Cheryl Strayed e guardando il film con Reese Witherspoon, ha sognato di prendere uno zaino e partire per questo folle viaggio.
Ed è questo crudo sentiero, fatto di montagne, foreste, animali, rocce impervie, torrenti impetuosi, caldo torrido e freddo estremo, che Cheryl, a soli 26 anni decide di percorrere per riprendere in mano la sua vita sconvolta.
Wild: From Lost to Found on the Pacific Crest Trail è il suo romanzo autobiografico e ci racconta il momento in cui decide di partire.
Dopo aver perso prematuramente la madre, aver mandato in frantumi il suo matrimonio, aver assistito alla dissoluzione della sua famiglia ed essere passata per l’eroina, la Strayed – cognome assunto successivamente alla separazione dal marito che significa “smarrita” – parte, totalmente priva di esperienza, e percorre milleottocento chilometri a piedi attraverso gli spazi incontaminati dell’America selvaggia, con la sola compagnia di Mostro, il suo zaino, che pesa la metà di lei.
Cheryl Strayed, attraverso una scrittura intensa, come la vicenda che racconta, riesce a far emergere il fascino degli spazi incontaminati e la fragilità della condizione umana di fronte ad una natura grandiosa e potente.
I panorami mozzafiato che ogni giorno trova dinnanzi a sé si intrecciano con i ricordi e così il lettore diventa compagno di avventure di Cheryl , percorrendo insieme questo lungo cammino verso una nuova vita.
Sembra facile, ma non lo è. Partire è semplice, ma quando Cheryl si trova dinnanzi al vero percorso più di una volta ha paura, paura di cedere, di non farcela, paura che tutto il viaggio non abbia senso. Nonostante questi timori, nonostante l’estrema difficoltà del viaggio, Cheryl trova ogni giorno la forza di andare avanti.
Ciò che con il libro si può solo immaginare, attraverso il film lo si vede, tangibile: i panorami che Cheryl (il premio oscar Reese Witherspoon) incontra e vede, gli incontri con gli altri viaggiatori; ma anche i flashback della sua vita passata, che cosa l’ha spinta ad intraprendere questo viaggio.
Wild – selvaggio – è senza dubbio il paesaggio che riempie ogni scena con il tripudio di contrasti e colori di queste regioni, ma è anche la furia che spinge Cheryl a proseguire passo dopo passo, a non mollare nonostante gli incidenti e le difficoltà che necessariamente gravano su un’escursionista improvvisata e senza alcuna esperienza. Wild è anche lo spirito che durante il viaggio arriverà a pervaderla, a trasformarla, a farle ritrovare la forza e il coraggio per riprendere in mano la sua vita.
Il film di Vallée – tratto dal libro biografico di Cheryl Strayed “Wild: From Lost to Found on the Pacific Crest Trail” – è epico e struggente, è un richiamo al viaggio e alla speranza. Ed è anche la proposizione di un rinfrescante modello femminile, di una donna non perfetta ma caparbia e capace di ribaltare i colpi della vita.
Qui il trailer:
Cheryl ci dimostra il lato profondamente umano che contraddistingue il viaggio: il dolore, psicologico e fisico, che le lunghe giornate di cammino portano con sé; la solitudine che un viaggio di questo tipo comporta, fa qualche incontro umano negli ostelli che si trovano lungo il percorso, ma per il resto è un viaggio solitario.
Ma questi aspetti, apparentemente negativi, trovano sempre riscatto nella gratitudine: il cammino, il mettere un passo davanti all’altro permette a Cheryl di essere grata per le albe ed i tramonti, per i paesaggi che vede ogni giorno.
Il Pacific Crest Trail, attraversando le catene montuose della Sierra Nevada e Cascade, costeggia tutta la costa USA del Pacifico, ed è un trail da sogno. Il suo tragitto attraversa California, Oregon e Washington, passa per 25 foreste e 7 parchi nazionali. Con i 4286 km di pura natura incontaminata non può che essere una delle mete più desiderate dagli amanti del trekking e c’è addirittura chi riesce a completare tutta la terna e viene chiamato Thru-Hiker.
Il Sentiero delle creste del Pacifico, comunemente abbreviato in PCT, inizia a sud al confine tra Stati Uniti e Messico, mentre a nord il traguardo è sul bordo del Parco Manning nella Columbia Britannica, ovvero al confine con il Canada. I suoi sentieri si snodano tra luoghi incontaminati e natura selvaggia, per cui i punti di interesse che incontriamo sono principalmente naturalistici, ma – chi è abituato a vivere la maestosità della natura lo sa – vale la pena vederli almeno una volta nella vita.
Diventare un Thru-hiker è un impegno veramente grande. Solo per percorrere il Sentiero delle creste si impiegano tra i 4 e i 6 mesi, ma non è detto che si riesca a giungere fino in fondo: delle circa 300 persone che ogni anno tentano l’impresa del trail delle creste solo 180 riescono. Non è da meno la preparazione: la Pacific Crest Trail Association stima che una giusta pianificazione del trail richieda tra i 6 e 8 mesi.
Se il consiglio generale è di iniziare il Pacific Crest Trail a sud nei mesi estivi, bisogna tenere conto dei manti nevosi e del loro scioglimento. Per questo alcuni escursionisti preferiscono partire dal nord in altri periodi dell’anno, o percorrere il sentiero delle creste facendo dei salti – flip-flop nel gergo – avanti e indietro per evitare condizioni climatiche estreme.
Ovviamente va pianificata al meglio la tabella di marcia, considerando i km percorsi, il tempo e i dislivelli previsti. Si è calcolato che un buon numero di km giornalieri da percorrere sia 32, numero da non prendere come assoluto, proprio per le variabili viste prima, ma anche quelle incontrollabili, come il meteo, deviazioni per rifornimenti o mediche, soste non previste. Attenzione anche a come prepariamo lo zaino che portiamo sulle spalle, cerchiamo di ridurre l’equipaggiamento al minimo indispensabile in modo da non trasportare pesi inutili.
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