Dopo aver esplorato la capitale e le meraviglie naturali tra montagne e crateri, oggi ci aspetta una delle giornate più emozionanti di tutto il viaggio. È il momento di scoprire il cuore dell’Oman, tra wadi rigogliosi e il fascino senza tempo del deserto.
La nostra prima tappa è l’incantevole Wadi Bani Khalid, uno dei più famosi e suggestivi di tutto l’Oman.
Qui l’acqua scorre limpida tra rocce color ocra e palme rigogliose, creando piscine naturali che rendono possibile la vita di un piccolo villaggio e delle piantagioni di datteri che lo circondano.
Immergersi in queste acque cristalline è un’esperienza indimenticabile, soprattutto dopo il caldo del viaggio: un vero momento di rigenerazione.
Io mi sono tuffata senza esitazione: nuotare tra questi scenari è qualcosa che non si dimentica facilmente!
💡 Consiglio:
Portate con voi costume e asciugamano: qui il bagno è assolutamente da fare!
Attenzione a non scivolare sulle rocce, meglio indossare sandali da acqua o scarpe con suola antiscivolo.
A pranzo ci aspetta un’attività che mi ha divertita tantissimo: una cooking class con uno chef locale simpatico e super accogliente.
Non ci limitiamo a mangiare piatti tipici, li cuciniamo con le nostre mani!
Tra spezie profumate, riso aromatico e ricette tramandate di generazione in generazione, ci si sente parte della cultura omanita in modo autentico e divertente.
Il bello di questa esperienza è che si ride, si impara e, alla fine, si gusta insieme il risultato: un pranzo dal sapore speciale non solo per il gusto, ma per le emozioni che regala.
Dopo pranzo, il viaggio continua verso una delle meraviglie più iconiche dell’Oman: il deserto di Sharqiya Sands, conosciuto anche come Wahiba Sands.
Le dune qui raggiungono i 100 metri di altezza e si estendono fino al Mar Arabico, creando un paesaggio che lascia senza fiato.
Questa è la terra dei beduini, che vivono qui da oltre 7.000 anni mantenendo vive le loro tradizioni.
A bordo di fuoristrada 4×4, ci addentriamo tra le dune, salendo e scendendo come in un gigantesco parco avventura naturale. L’adrenalina è altissima, ma la bellezza del luogo rende tutto magico.
Durante il percorso, facciamo una tappa all’Arabian Oryx Camp, dove scopriamo di più sulla fauna e sulla cultura del deserto.
Poi arriva il momento più atteso della giornata: il tramonto tra le dune.
Seduta sulla sabbia, ho osservato il sole calare lentamente mentre la luce cambiava colore: dal dorato al rosso intenso, fino a sfumare nel blu della notte.
Le dune sembravano illuminarsi dall’interno, creando uno spettacolo naturale che toglie il fiato.
💡 Consiglio:
Portate con voi una felpa leggera o una giacca: al calar del sole la temperatura scende rapidamente.
Non dimenticate la macchina fotografica o lo smartphone carico: questo momento merita di essere immortalato.
Quando cala la notte, ci spostiamo verso il campo tendato, dove passeremo la notte nel cuore del deserto.
La giornata si conclude con una cena tradizionale sotto un cielo incredibilmente stellato: lontano dalle luci della città, la Via Lattea sembra vicinissima, un’esperienza che regala un senso di pace profonda.
Dormire qui è qualcosa di speciale: ci si addormenta cullati dal silenzio e dall’immensità del deserto, con la sensazione di essere parte di qualcosa di eterno.
🩱 Costume e asciugamano per Wadi Bani Khalid.
👟 Scarpe comode per camminare su sabbia e rocce.
🧥 Giacca leggera per la sera nel deserto.
📸 Fotocamera per tramonti e cieli stellati.
💧 Bottiglia d’acqua sempre a portata di mano.
Questa giornata è stata un crescendo di emozioni, dalla freschezza dell’oasi al calore del deserto, fino al silenzio profondo della notte tra le dune.
È un’esperienza che racconta l’anima più autentica dell’Oman, tra natura, tradizione e magia pura.
In Oman, uno dei piatti più iconici è lo Shuwa, carne – spesso di agnello o capra – marinata con spezie e cotta lentamente sotto terra. La carne viene avvolta in foglie di palma, posta in una buca riempita di carboni ardenti e lasciata cuocere per 24-48 ore. Il risultato è una pietanza tenerissima, ricca di aromi, servita durante le grandi festività e simbolo della tradizione culinaria omanita.
Il pane più diffuso e tipico cotto in questo modo è chiamato Khubz Rakhal (o Rakhal Bread). È un pane sottile e croccante, simile a una crêpe o a un grande cracker, che accompagna la maggior parte dei pasti omaniti.
Fatto solo con ingredienti semplici: farina, acqua, sale e talvolta un filo d’olio.
Steso a mano fino a ottenere una sfoglia sottilissima, quasi trasparente.
Cotto su una pietra piatta o su una lamiera rovente posta direttamente sulla sabbia o sulla brace, in pochi secondi per lato.
Viene servito sia caldo che freddo, spesso come accompagnamento a stufati come il Maqbous o a piatti di carne come lo Shuwa.
Nelle zone desertiche, dove i forni tradizionali erano rari, le tribù beduine usavano una tecnica ingegnosa:
Si scavava una piccola buca nella sabbia, in cui venivano posti carboni ardenti.
Sopra si poggiava una pietra piatta o una piastra di metallo, che diventava rovente grazie al calore.
L’impasto steso veniva adagiato direttamente su questa superficie e cotto in pochi istanti, grazie all’altissima temperatura.
Questo metodo permetteva di preparare pane fresco anche durante i lunghi viaggi nel deserto, senza bisogno di strutture fisse.
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