Partenza verso il Parco Nazionale di Altyn Emel, uno dei più spettacolari del Paese. Montagne di gesso, steppe infinite e formazioni di arenaria dipingono un paesaggio che sembra un sogno.
Qui si trovano le famose Singing Dunes, dune di sabbia che “cantano” quando il vento le attraversa o quando ci si cammina sopra. Il suono è profondo, quasi mistico — alcuni dicono che sia la voce di Gengis Khan.
📍 Sistemazione prevista: Aigaikum Guest House
🧭 Tips & Tricks: porta una bandana o occhiali da sole: il vento nel deserto può sollevare sabbia fine e pungente.
Il Parco Nazionale di Altyn Emel è uno di quei luoghi che sembrano appartenere a un altro pianeta. Situato nel sud-est del Kazakistan, tra il fiume Ili e la catena montuosa di Dzhungar Alatau, questo immenso territorio protetto (oltre 4.600 km²) custodisce alcuni dei paesaggi più affascinanti e misteriosi dell’Asia Centrale.
La traduzione del suo nome, “Sella d’Oro”, non è casuale: al tramonto, le montagne si tingono di riflessi dorati, come se la luce stessa si posasse per un attimo a riposare sulla terra.
La mia giornata qui è cominciata all’alba, con il vento che correva leggero sulla sabbia. Davanti a me, le Singing Dunes, o dune che cantano, sembrano dune qualsiasi. Ma quando il vento soffia o si cammina sulla loro superficie, la sabbia di quarzo vibra ed emette un suono profondo e continuo, simile a un organo.
È un’esperienza quasi mistica: chiudevo gli occhi e sentivo la terra “respirare”.
La leggenda locale racconta che questo suono provenga dallo spirito di Gengis Khan, sepolto sotto la sabbia, o da un antico guardiano addormentato che si lamenta quando viene disturbato.
Al di là della poesia, si tratta di un fenomeno naturale dovuto all’attrito dei granelli di sabbia asciutti e purissimi — ma credetemi, quando lo sentite, la spiegazione scientifica passa subito in secondo piano.
Altyn Emel non è solo deserto: qui convivono steppe erbose, canyon di arenaria, montagne di gesso e oasi nascoste. Il parco ospita una grande varietà di fauna — tra cui antilopi saiga, gazzelle goitered, volpi corsac, lupi e aquile reali.
In alcune zone si possono ancora osservare i rarissimi asini selvatici kulans, discendenti diretti delle antiche specie nomadi che popolavano l’Asia Centrale.
Ogni paesaggio cambia con la luce: la mattina è tutto azzurro e verde pallido, mentre la sera si tinge d’oro e rosso rame. È un teatro naturale che non smette mai di stupire.
Non lontano dalle dune si trovano le montagne di Aktau e Katutau, formazioni rocciose scolpite dal vento e dal tempo. Le Aktau, in particolare, sono famose per i loro strati multicolore — bianco, rosso, blu e ocra — che raccontano milioni di anni di storia geologica.
Camminare qui è come sfogliare un libro scritto dalla Terra stessa.
🌞 Quando andare: il periodo ideale è tra aprile e ottobre, quando le temperature sono miti e il vento è più leggero.
👟 Cosa portare: scarpe chiuse, cappello, crema solare e una buona scorta d’acqua — nel parco non ci sono punti di ristoro frequenti.
📷 Da non perdere: le foto al tramonto alle Singing Dunes e i contrasti di colore delle montagne Aktau.
🚙 Come arrivare: il parco si trova a circa 250 km da Almaty (4-5 ore di auto). È consigliato un mezzo 4×4.
“Ad Altyn Emel ho imparato che anche il silenzio ha una voce. Le dune che cantano, il fruscio del vento, il passo lento degli animali: tutto qui sembra invitarti ad ascoltare.
Se vi piace la natura autentica, senza filtri, lasciatevi guidare dal vento e seguite il canto della sabbia.”
È Patrimonio UNESCO come parte del sito “Deserti freddi del Turan”.
Offre uno dei panorami più iconici dell’Asia Centrale.
È un luogo ancora poco turistico, perfetto per chi cerca esperienze autentiche.
Permette di vivere un’esperienza completa tra deserto, montagne e fauna selvatica.
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